IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 gennaio 2006, n. 29, recante disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee ed in particolare l’articolo 1, commi 1, 3 e 4 e l’ allegato B;
Vista la direttiva n. 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali; Vista la direttiva 2006/100/CE del Consiglio, del 20 novembre 2006, che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a motivo dell’adesione della Bulgaria e della Romania;
Visto il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 115, di attuazione della direttiva 89/48/CEE relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni;
Visto il decreto legislativo 2 maggio 1994, n. 319, recante attuazione della direttiva 92/51/CEE relativa ad un
secondo sistema generale di riconoscimento della formazione professionale che integra la direttiva 89/48/CEE;
Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante approvazione del Codice in materia di protezione dei dati personali;
Visto il decreto legislativo 20 settembre 2002, n. 229, recante attuazione della direttiva 99/42/CE che istituisce un meccanismo di riconoscimento delle qualifiche per le attivita’ professionali disciplinate dalle direttive di liberalizzazione e dalle direttive recanti misure transitorie e che completa il sistema generale di riconoscimento delle
qualifiche;
Visto il decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, recante attuazione della direttiva 93/16/CE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli e delle direttive 97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e 99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CE;
Vista la legge 13 giugno 1985, n. 296, relativa al diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi da parte delle ostetriche con cittadinanza di uno degli Stati membri della Comunità economica europea;
Visto il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 129, relativo all’attuazione delle direttive 85/384/CEE, n. 85/614/CEE e n. 86/17/CEE in materia di riconoscimento dei diplomi, delle certificazioni altri titoli nel settore dell’architettura;
Vista la legge 24 luglio 1985, n. 409, relativa alla istituzione della professione sanitaria di odontoiatra e disposizioni
relative al diritto di stabilimento ed alla libera prestazione di servizi da parte dei dentisti cittadini di Stati membri
delle Comunità europee; Vista la legge 18 dicembre 1980, n. 905, relativa al diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi da parte degli infermieri professionali cittadini degli Stati membri della Comunità economica europea;
Vista la legge 8 novembre 1984, n. 750, relativa al diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi da parte dei
veterinari cittadini degli Stati membri della Comunità economica europea;
Visto il decreto legislativo 8 agosto 1991, n. 258, relativo alla attuazione delle direttive 85/432/CEE, n. 85/433/CEE e n. 85/584/CEE, in materia di formazione e diritto di stabilimento dei farmacisti a norma dell’articolo 6 della legge 30 luglio 1990, n. 212;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 luglio 2007; Acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 ottobre 2007;
Sulla proposta dei Ministri per le politiche europee, della pubblica istruzione, dell’università e della ricerca,
della salute e della giustizia, di concerto con i Ministri degli affari esteri, dell’economia e delle finanze, del lavoro e
della previdenza sociale, dello sviluppo economico, per i beni e le attivita’ culturali, dei trasporti e per gli affari
regionali e le autonomie locali;
Emana il seguente decreto legislativo:
Titolo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Capo I
Ambito di applicazione e definizioni
Art. 1. Oggetto
1. Il presente decreto disciplina il riconoscimento, per l’accesso alle professioni regolamentate e il loro esercizio, con esclusione di quelle il cui svolgimento sia riservato dalla legge a professionisti in quanto partecipi sia pure occasionalmente dell’esercizio di pubblici poteri ed in particolare le attivita’ riservate alla professione notarile, delle qualifiche professionali già acquisite in uno o più Stati membri dell’Unione europea, che permettono al titolare di tali qualifiche di esercitare nello Stato membro di origine la professione corrispondente.
1-bis. Il presente decreto disciplina, altresì, il riconoscimento delle qualifiche professionali già acquisite in uno o più Stati membri dell’Unione europea e che permettono al titolare di tali qualifiche di esercitare nello Stato membro di origine la professione corrispondente, ai fini dell’accesso parziale ad una professione regolamentata sul territorio nazionale, nonché i criteri relativi al riconoscimento dei tirocini professionali effettuati da cittadini italiani in un altro Stato membro.
2. Restano salve le disposizioni vigenti che disciplinano il profilo dell’accesso al pubblico impiego.
1. Il presente decreto si applica ai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea che vogliano esercitare sul territorio nazionale, quali lavoratori subordinati o autonomi, compresi i liberi professionisti, una professione regolamentata in base a qualifiche professionali conseguite in uno Stato membro dell’Unione europea e che, nello Stato d’origine, li abilita all’esercizio di detta professione.
2. Le disposizioni del presente decreto non si applicano ai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea titolari di qualifiche professionali non acquisite in uno Stato membro, per i quali continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti. Per le professioni che rientrano nel titolo III, capo IV, il riconoscimento deve avvenire nel rispetto delle condizioni minime di formazione elencate in tale capo.
3. Per il riconoscimento dei titoli di formazione acquisiti dai cittadini dei Paesi aderenti allo Spazio economico europeo e della Confederazione Svizzera, si applicano gli accordi in vigore con l’Unione europea.
1. Il riconoscimento delle qualifiche professionali operato ai sensi del presente decreto legislativo permette di accedere, se in possesso dei requisiti specificamente previsti, alla professione corrispondente per la quale i soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, sono qualificati nello Stato membro d’origine e di esercitarla alle stesse condizioni previste dall’ordinamento italiano.
2. Ai fini dell’articolo 1, comma 1, la professione che l’interessato eserciterà sul territorio italiano sarà quella per la quale e’ qualificato nel proprio Stato membro d’origine, se le attivita’ sono comparabili, fatto salvo quanto previsto all’articolo 5-septies in tema di accesso parziale.
3. Salvo quanto previsto dagli articoli 12 e 16, comma 10, con riguardo all’uso del titolo professionale, il prestatore puo’ usare nella professione la denominazione del proprio titolo di studio, ed eventualmente la relativa abbreviazione, nella lingua dello Stato membro nel quale il titolo di studio è stato conseguito. L’uso di detta denominazione o dell’abbreviazione non è tuttavia consentito se idoneo ad ingenerare confusione con una professione regolamentata nel territorio nazionale, per la quale l’interessato non ha ottenuto il riconoscimento della qualifica professionale; in tal caso la denominazione potrà essere utilizzata a condizione che ad essa siano apportate le modifiche o aggiunte idonee alla differenziazione, stabilite dall’autorità competente di cui all’articolo 5.
a) «professione regolamentata»:
1) l’attività, o l’insieme delle attivita’, il cui esercizio è consentito solo a seguito di iscrizione in Ordini o Collegi o in albi, registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici, se la iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento delle specifiche professionalità;
2) i rapporti di lavoro subordinato, se l’accesso ai medesimi è subordinato, da disposizioni legislative o regolamentari, al possesso di qualifiche professionali;
3) l’attività esercitata con l’impiego di un titolo professionale il cui uso è riservato a chi possiede una qualifica professionale;
4) le attivita’ attinenti al settore sanitario nei casi in cui il possesso di una qualifica professionale è condizione determinante ai fini della retribuzione delle relative prestazioni o della ammissione al rimborso;
5) le professioni esercitate dai membri di un’associazione o di un organismo di cui all’Allegato I.
b) «qualifiche professionali»: le qualifiche attestate da un titolo di formazione, un attestato di competenza di cui all’articolo 19, comma 1, lettera a), numero 1), o un’esperienza professionale; non costituisce qualifica professionale quella attestata da una decisione di mero riconoscimento di una qualifica professionale acquisita in Italia adottata da parte di un altro Stato membro;
c) «titolo di formazione»: diplomi, certificati e altri titoli rilasciati da un’università o da altro organismo abilitato secondo particolari discipline che certificano il possesso di una formazione professionale acquisita in maniera prevalente sul territorio della Comunità. Hanno eguale valore i titoli di formazione rilasciati da un Paese terzo se i loro possessori hanno maturato, nell’effettivo svolgimento dell’attività professionale, un’esperienza di almeno tre anni sul territorio dello Stato membro che ha riconosciuto tale titolo, certificata dal medesimo;
d) «autorità competente»: qualsiasi autorità o organismo abilitato da disposizioni nazionali a rilasciare o a ricevere titoli di formazione e altri documenti o informazioni, nonché a ricevere le domande e ad adottare le decisioni di cui al presente decreto;
e) «formazione regolamentata»: qualsiasi formazione che, secondo le prescrizioni vigenti, è specificamente orientata all’esercizio di una determinata professione e consiste in un ciclo di studi completato, eventualmente, da una formazione professionale, un tirocinio professionale o una pratica professionale, secondo modalità stabilite dalla legge;
f) «esperienza professionale»: l’esercizio effettivo e legittimo della professione in uno Stato membro, a tempo pieno o a tempo parziale per un periodo equivalente;
g) «tirocinio di adattamento»: l’esercizio di una professione regolamentata sotto la responsabilità di un professionista qualificato, accompagnato eventualmente da una formazione complementare secondo modalità stabilite dalla legge. Il tirocinio è oggetto di una valutazione da parte dell’autorità competente;
h) «prova attitudinale»: una verifica riguardante le conoscenze, le competenze e le abilità professionali del richiedente effettuata dalle autorità competenti allo scopo di valutare l’idoneità del richiedente ad esercitare una professione regolamentata;
i) «dirigente d’azienda»: qualsiasi persona che abbia svolto in un’impresa del settore professionale corrispondente: 1) la funzione di direttore d’azienda o di filiale;
2) la funzione di institore o vice direttore d’azienda, se tale funzione implica una responsabilità corrispondente a quella dell’imprenditore o del direttore d’azienda rappresentato;
3) la funzione di dirigente responsabile di uno o più reparti dell’azienda, con mansioni commerciali o tecniche;
l) «Stato membro di stabilimento»: lo stato membro dell’Unione europea nel quale il prestatore è legalmente stabilito per esercitarvi una professione;
m) «Stato membro d’origine»: lo Stato membro in cui il cittadino dell’Unione europea ha acquisito le proprie qualifiche professionali;
n) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15;
n-bis) «tirocinio professionale»: un periodo di pratica professionale effettuato sotto supervisione, purché costituisca una condizione per l’accesso a una professione regolamentata e che puo’ svolgersi in forma di tirocinio curriculare o in forma di tirocinio extracurriculare o, laddove previsto, anche in apprendistato;
n-ter) «tessera professionale europea»: un certificato elettronico attestante o che il professionista ha soddisfatto tutte le condizioni necessarie per fornire servizi, su base temporanea e occasionale, nel territorio dello Stato o il riconoscimento delle qualifiche professionali ai fini dello stabilimento nel territorio dello Stato;
n-quater) «apprendimento permanente»: l’intero complesso di istruzione generale, istruzione e formazione professionale, istruzione non formale e apprendimento non formale e informale, intrapresi nel corso della vita, che comporta un miglioramento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze, che puo’ includere l’etica professionale;
n-quinquies) «motivi imperativi di interesse generale»: motivi riconosciuti tali dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea;
n-sexies) «Sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti o crediti ECTS»: il sistema di crediti per l’istruzione superiore utilizzato nello Spazio europeo dell’istruzione superiore;
n-septies) “legalmente stabilito”: un cittadino dell’Unione europea è legalmente stabilito in uno Stato membro quando soddisfa tutti i requisiti per l’esercizio di una professione in detto Stato membro e non è oggetto di alcun divieto, neppure temporaneo, all’esercizio di tale professione. E’ possibile essere legalmente stabilito come lavoratore autonomo o lavoratore dipendente.
a) la Presidenza del Consiglio dei ministri – Ufficio per lo sport, per tutte le attivita’ che riguardano il settore sportivo e per quelle esercitate con la qualifica di professionista sportivo, ad accezione di quelle di cui alla lettera l-septies), nonché per le professioni di cui alla legge 2 gennaio 1989, n. 6;
b) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15;
c) il Ministero titolare della vigilanza per le professioni che necessitano, per il loro esercizio, dell’iscrizione in Ordini, Collegi, albi, registri o elenchi, fatto salvo quanto previsto alle lettere f) e l-sexies);
d) la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica, per le professioni svolte in regime di lavoro subordinato presso la pubblica amministrazione, salvo quanto previsto alle lettere e), f) e g);
e) il Ministero della salute, per le professioni sanitarie;
f) il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per i docenti di scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria superiore e per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola nonché per il personale ricercatore e per le professioni di architetto, pianificatore territoriale, paesaggista, conservatore dei beni architettonici ed ambientali, architetto junior e pianificatore junior;
g) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15;
h) il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per ogni altro caso relativamente a professioni che possono essere esercitate solo da chi è in possesso di qualifiche professionali di cui all’articolo 19, comma 1, lettere d) ed e), salvo quanto previsto alla lettera c);
i) il Ministero dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo per le attivita’ afferenti al settore del restauro e della manutenzione dei beni culturali, secondo quanto previsto dai commi 7, 8 e 9 dell’articolo 29 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni nonché per le attivita’ che riguardano il settore turistico;
l) il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per ogni altro caso relativamente a professioni che possono essere esercitate solo da chi è in possesso di qualifiche professionali di cui all’articolo 19, comma 1, lettere a), b) e c) nonché per la professione di consulente del lavoro, per le professioni afferenti alla conduzione di impianti termici e di generatori di vapore;
l-bis) il Ministero dello sviluppo economico, per la professione di consulente in proprietà industriale e per quella di agente immobiliare;
l-ter) il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per le professioni di allenatore, fantino e guidatore di cavalli da corsa, classificatore di carcasse suine e classificatore di carcasse bovine;
l-quater) il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per le professioni di insegnante di autoscuola, istruttore di autoscuola e assistente bagnante;
1. E’ possibile richiedere il rilascio della tessera professionale europea alle autorità competenti di cui all’articolo 5, per le professioni di:
a) infermiere responsabile dell’assistenza generale;
b) farmacista;
c) fisioterapista;
d) guida alpina;
e) agente immobiliare.
2. La richiesta di rilascio della tessera professionale europea viene gestita dall’autorità competente di cui all’articolo 5 secondo le procedure previste dal regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015, attraverso il Sistema di informazione del mercato interno (IMI) di cui al regolamento (UE) n. 1024/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012.
3. I soggetti di cui all’articolo 2, comma 1-ter, titolari di una qualifica professionale di cui al comma 1, che vogliano effettuare una libera prestazione di servizi o vogliano esercitare il diritto di stabilimento in un altro Stato membro possono scegliere di presentare domanda per la tessera professionale europea o ricorrere alle procedure di cui alla normativa europea vigente sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
4. Nel caso in cui i soggetti di cui all’articolo 2, comma 1-ter, intendano prestare in un altro Stato membro servizi temporanei e occasionali diversi da quelli contemplati all’articolo 11, l’autorità competente, individuata all’articolo 5, rilascia la tessera professionale europea conformemente agli articoli 5-ter e 5-quater. La tessera professionale europea sostituisce, in questo caso, la dichiarazione preventiva di cui all’articolo 10.
5. Qualora i soggetti di cui all’articolo 2, comma 1-ter, titolari di una qualifica professionale, intendano stabilirsi in un altro Stato membro o fornire servizi a norma dell’articolo 11, l’autorità competente di cui all’articolo 5 completa tutte le fasi preparatorie concernenti il fascicolo personale del richiedente creato nell’ambito del sistema di informazione del mercato interno (IMI) di cui agli articoli 5-ter e 5-quinquies. In tal caso la tessera professionale europea è rilasciata dall’autorità competente dello Stato membro ospitante conformemente alle disposizioni di cui alla normativa europea vigente sul riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015. Ai fini dello stabilimento, il rilascio della tessera professionale europea non conferisce un diritto automatico all’esercizio della professione se esistono requisiti di registrazione o altre procedure di controllo già vigenti nello Stato membro ospitante prima dell’introduzione della tessera professionale europea per quella professione.
1. La domanda di rilascio della tessera professionale europea puo’ essere presentata esclusivamente online.
2. Le domande devono essere corredate dei documenti richiesti dallo Stato membro ospitante ai sensi del regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015.
3. Entro una settimana dal ricevimento della domanda, l’autorità competente da’ notizia dell’avvenuta ricezione della domanda e informa il richiedente di eventuali documenti mancanti. Se del caso, l’autorità competente rilascia ogni certificato di supporto richiesto sulla base del presente decreto. L’autorità competente verifica che il richiedente sia legalmente stabilito sul territorio nazionale nonché l’autenticità e la validità di tutti i documenti necessari rilasciati dallo Stato stesso. In caso di dubbi debitamente giustificati, l’autorità competente consulta l’organismo competente che ha rilasciato il documento e puo’ chiedere al richiedente copie certificate dei documenti. Se il richiedente presenta ulteriori domande di rilascio di tessera professionale, le autorità competenti non possono chiedere nuovamente la presentazione dei documenti già inclusi nel fascicolo IMI e ancora validi.
1. L’autorità competente di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro di origine, e’ tenuta a verificare la domanda e i documenti giustificativi caricati dal richiedente nel fascicolo IMI e a rilasciare allo stesso la tessera professionale europea per la prestazione temporanea e occasionale di servizi diversi da quelli previsti all’articolo 11, entro il termine di tre settimane, che decorre dalla scadenza del termine di una settimana previsto all’articolo 5-ter, comma 3, o dal ricevimento dei documenti mancanti. Essa trasmette immediatamente la tessera professionale europea all’autorità competente di ciascuno Stato membro ospitante interessato e ne informa il richiedente. Lo Stato membro ospitante non puo’ chiedere le dichiarazioni di cui all’articolo 10 per i successivi diciotto mesi.
2. E’ ammesso ricorso sia avverso la decisione sia avverso l’assenza di decisione dell’autorità competente di cui all’articolo 5 sul rilascio della tessera professionale.
3. Il titolare di una tessera professionale europea, che intenda prestare servizi in Stati membri diversi da quelli menzionati inizialmente nella domanda di cui al comma 1, puo’ fare domanda per l’estensione all’autorità competente. In tal caso si seguono le procedure di cui al comma 1, fermo restando quanto previsto all’articolo 5-ter, comma 3, ultimo capoverso. Qualora il titolare intenda continuare a prestare i servizi oltre il periodo di diciotto mesi indicato al comma 1, ne informa l’autorità competente. In entrambi i casi, il titolare fornisce anche tutte le informazioni relative a mutamenti oggettivi della situazione comprovata nel fascicolo IMI richieste dall’autorità competente di cui all’articolo 5 conformemente al regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015. L’autorità competente trasmette la tessera professionale europea aggiornata agli Stati membri ospitanti interessati.
4. Qualora l’autorità competente di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro ospitante, sia informata, attraverso il sistema IMI, del rilascio di un certificato di tessera professionale europea, da parte dell’autorità competente di un altro Stato membro, per i fini di cui al presente articolo, non puo’ richiedere le dichiarazioni di cui all’articolo 10 per i successivi diciotto mesi.
5. La tessera professionale europea e’ valida sull’intero territorio nazionale, per tutto il tempo in cui il rispettivo titolare conserva il diritto di esercitare, sulla base dei documenti e delle informazioni contenute nel fascicolo IMI.
1. L’autorità competente di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro di origine, verifica l’autenticità e la validità dei documenti giustificativi caricati dal richiedente nel fascicolo IMI ai fini del rilascio di una tessera professionale europea per lo stabilimento o per la prestazione temporanea e occasionale di servizi di cui all’articolo 11. Tale verifica è effettuata entro un mese dalla scadenza del termine di cui all’articolo 5-ter, comma 3,)) o, nel caso di documenti mancanti, entro un mese dal ricevimento degli stessi, ai sensi dell’articolo 5-ter, comma 3. L’autorità competente trasmette immediatamente la domanda all’autorità competente dello Stato membro nel quale il richiedente voglia stabilirsi o verso il quale voglia effettuare la prestazione temporanea e occasionale di servizi di cui all’articolo 11, informando contestualmente il richiedente.
2. Nei casi previsti agli articoli 27, 31, 58-bis e 58-ter, l’autorità competente di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro ospitante, decide, entro un mese dalla data di ricevimento della domanda trasmessa dallo Stato membro d’origine, se rilasciare la tessera professionale europea. In caso di dubbi debitamente giustificati, l’autorità competente di cui all’articolo 5 puo’ chiedere allo Stato membro d’origine ulteriori informazioni o l’inclusione, entro due settimane dalla richiesta, della copia certificata di un documento; in tal caso, fatto salvo quanto previsto al comma 5, il termine di un mese continua a decorrere.
3. Nei casi previsti all’articolo 11 e all’articolo 16, l’autorità competente di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro ospitante, decide, entro due mesi dal ricevimento della domanda trasmessa dallo Stato membro d’origine, se rilasciare una tessera professionale europea oppure assoggettare il titolare di una qualifica professionale a misure compensative secondo la procedura di cui all’articolo 22. In caso di dubbi debitamente giustificati, l’autorità competente di cui all’articolo 5 puo’ chiedere allo Stato membro d’origine ulteriori informazioni o l’inclusione, entro due settimane dalla richiesta, della copia certificata di un documento; in tal caso, fatto salvo quanto previsto al comma 5, il termine di due mesi continua a decorrere.
4. Nel caso in cui l’autorità competente non riceva, da parte dello Stato membro d’origine o del richiedente, le informazioni necessarie per decidere in merito al rilascio della tessera professionale europea, puo’ rifiutare il rilascio della tessera. Tale rifiuto è debitamente giustificato.
1. Le autorità competenti di cui all’articolo 5, in qualità di Stato membro d’origine e ospitante, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante approvazione del Codice in materia dei dati personali e fermo restando l’obbligo di allerta di cui all’articolo 8-bis, aggiornano tempestivamente il corrispondente fascicolo IMI dei titolari di tessera professionale europea con le informazioni riguardanti le sanzioni disciplinari e penali relative a un divieto o una restrizione, che hanno conseguenze sull’esercizio delle attivita’. Gli aggiornamenti includono la soppressione delle informazioni non più richieste. Il titolare della tessera professionale europea e le autorità competenti che hanno accesso al corrispondente fascicolo IMI devono essere informate immediatamente di ogni aggiornamento.
2. Le autorità giudiziarie nazionali che hanno emesso un provvedimento che limita o vieta al titolare di tessera professionale europea, anche solo a titolo temporaneo, l’esercizio totale o parziale sul territorio, informano tempestivamente gli ordini o i collegi professionali competenti e, nel caso in cui per una data professione regolamentata non esistano ordini o collegi professionali, le autorita’ competenti di cui all’articolo 5.
3. Gli ordini e i collegi professionali informano le autorità competenti di cui all’articolo 5 dei provvedimenti di cui al comma 2 nonché degli altri provvedimenti, di cui siano a conoscenza, che limitano o vietano al titolare di tessera professionale europea, anche solo a titolo temporaneo, l’esercizio totale o parziale sul territorio.
4. Il contenuto degli aggiornamenti delle informazioni di cui al comma 1 si limita a indicare:
5. L’accesso alle informazioni contenute nel fascicolo IMI è limitato alle autorità competenti in qualità di Stato membro d’origine e ospitante conformemente alla direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati. Le autorità competenti rilasciano al titolare della tessera professionale europea, se richiesto, informazioni sul contenuto del fascicolo IMI.
6. Le informazioni contenute nella tessera professionale europea si limitano alle informazioni necessarie ad accertare il diritto del titolare all’esercizio della professione per la quale la tessera e’ stata rilasciata, vale a dire nome, cognome, data e luogo di nascita, professione, qualifiche formali del titolare e regime applicabile, autorità competenti coinvolte, numero di tessera, caratteristiche di sicurezza e riferimento a un documento di identità valido. Le informazioni relative all’esperienza professionale acquisita dal titolare della tessera professionale europea e le misure compensative superate sono incluse nel fascicolo IMI.
7. I dati personali inclusi nel fascicolo IMI possono essere trattati per tutto il tempo necessario ai fini della procedura di riconoscimento e come prova del riconoscimento o della trasmissione della dichiarazione prevista all’articolo 10. Le autorità competenti assicurano che il titolare della tessera professionale europea abbia il diritto di chiedere, in qualsivoglia momento e senza costi, la rettifica di dati inesatti o incompleti oppure la soppressione o il blocco del fascicolo IMI interessato. Il titolare è informato di tale diritto al momento del rilascio della tessera professionale europea e ogni due anni dopo il rilascio della tessera. In caso di richiesta di soppressione del fascicolo IMI da parte del titolare di una tessera professionale europea, rilasciata per lo stabilimento o la prestazione temporanea e occasionale di servizi di cui all’articolo 11, le autorità competenti, in qualità di Stato membro ospitante interessato, rilasciano un attestato di riconoscimento delle proprie qualifiche professionali.
8. Con riguardo all’elaborazione di dati personali contenuti nella tessera professionale europea e in tutti i fascicoli IMI, le autorità competenti sono considerate responsabili del trattamento dei dati ai sensi dell’articolo 4,comma 1, lettera g), del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Per le procedure di cui ai commi da 1 a 4, la Commissione europea è considerata un’autorità di controllo ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, lettera d), del regolamento (CE) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati.
9. Fatto salvo il comma 3, le Autorità competenti prevedono la possibilità per datori di lavoro, consumatori, pazienti, autorità pubbliche e altre parti interessate di verificare l’autenticità e la validità di una tessera professionale europea presentata loro dal titolare. Le norme in materia di accesso al fascicolo IMI, i mezzi tecnici e le procedure di verifica di cui al primo comma sono quelli stabiliti nel regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/983 della Commissione del 24 giugno 2015.
1. Le autorità competenti di cui all’articolo 5, previa valutazione di ciascun singolo caso, accordano l’accesso parziale a un’attività professionale sul territorio nazionale unicamente se sono soddisfatte congiuntamente le seguenti condizioni:
a) il professionista è pienamente qualificato per esercitare nello Stato membro d’origine l’attività professionale per la quale si chiede un accesso parziale;
b) le differenze tra l’attività professionale legalmente esercitata nello Stato membro d’origine e la professione regolamentata in Italia sono così rilevanti che l’applicazione di misure compensative comporterebbe per il richiedente di portare a termine il programma completo di istruzione e formazione previsto sul territorio nazionale al fine di avere accesso alla professione regolamentata nel suo complesso;
c) l’attività professionale puo’ essere oggettivamente separata da altre attivita’ che rientrano nella professione regolamentata in Italia. In ogni caso un’attività verrà considerata separabile solo se puo’ essere esercitata autonomamente nello Stato membro di origine.
2. L’accesso parziale puo’ essere rifiutato se ciò è giustificato da un motivo imperativo di interesse generale, che permette di conseguire l’obiettivo perseguito e si limita a quanto necessario per raggiungere tale obiettivo.
3. Le domande ai fini dello stabilimento sono esaminate conformemente alle disposizioni del titolo III, capi I e II.
4. Le domande ai fini della prestazione di servizi temporanei e occasionali, concernenti attivita’ professionali che hanno implicazioni a livello di salute pubblica o di sicurezza, sono oggetto di esame conformemente alle disposizioni di cui al titolo II.
5. In deroga alle disposizioni del presente decreto sull’uso del titolo professionale, l’attività professionale, una volta accordato l’accesso parziale, è esercitata con il titolo professionale dello Stato membro di origine. I professionisti che beneficiano dell’accesso parziale indicano chiaramente ai destinatari del servizio l’ambito delle proprie attivita’ professionali.
6. Il presente articolo non si applica ai professionisti che beneficiano del riconoscimento automatico delle qualifiche professionali a norma del titolo III, capi III , IV e IV-bis.
a) Coordinatore nazionale presso la Commissione europea;
b) Centro di assistenza per il riconoscimento delle qualifiche professionali.
2. Il coordinatore di cui al comma 1, lettera a), ha i seguenti compiti:
a) promuovere l’applicazione uniforme del presente decreto da parte delle autorità di cui all’articolo 5;
b) favorire la circolazione di ogni informazione utile ad assicurare l’applicazione del presente decreto, in particolare quelle relative alle condizioni d’accesso alle professioni regolamentate, anche sollecitando l’aiuto dei centri di assistenza di cui al presente decreto;
c) esaminare proposte di quadri comuni di formazione e di prove di formazione comune;
d) scambiare informazioni e migliori prassi al fine di ottimizzare il continuo sviluppo professionale;
e) scambiare informazioni e migliori prassi sull’applicazione delle misure compensative di cui all’articolo 22 per presente decreto.3. Le autorità di cui all’articolo 5 mettono a disposizione del coordinatore di cui al comma 1, lettera a), le informazioni e i dati statistici necessari ai fini della predisposizione della relazione biennale sull’applicazione del presente decreto da trasmettere alla Commissione europea.
4. Il centro di assistenza di cui al comma 1, lettera b), curando il raccordo delle attivita’ dei centri di assistenza di cui al comma 5 e i rapporti con la Commissione europea:
a) fornisce ai cittadini e ai centri di assistenza degli altri Stati membri l’assistenza necessaria in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali interessate dal presente decreto, incluse le informazioni sulla legislazione nazionale che disciplina le professioni e il loro esercizio, compresa la legislazione sociale ed eventuali norme deontologiche;
b) assiste, se del caso, i cittadini per l’ottenimento dei diritti attribuiti loro dal presente decreto, eventualmente cooperando con il centro di assistenza dello Stato membro di origine nonché con le autorità competenti e con il punto di contatto unico di cui all’articolo 25 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59. Su richiesta della Commissione europea, il centro di assistenza assicura le informazioni sui risultati dell’assistenza prestata, entro due mesi dalla richiesta;
c) valuta le questioni di particolare rilevanza o complessità, congiuntamente con un rappresentante delle regioni e province autonome designato in sede di Conferenza Stato-regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
5. Le autorità competenti di cui all’articolo 5 istituiscono un proprio centro di assistenza che, in relazione ai riconoscimenti di competenza, assicura i compiti di cui alla lettera a) e b) del comma 4. I casi trattati ai sensi del comma 4, lettera b), sono comunicati al centro di assistenza di cui al comma 1, lettera b).
5-bis. Le autorità competenti di cui all’articolo 5 prestano piena collaborazione ai centri di assistenza degli Stati membri ospitanti e, se richiesto, trasmettono a questi ultimi tutte le informazioni pertinenti sui singoli casi, fatte salve le disposizioni in materia di protezione dei dati personali.
Rapporti con autorità non nazionali
Art. 8. Cooperazione amministrativa
LIBERA PRESTAZIONE DI SERVIZI
Capo I
Principi generali
Art. 9. Libera prestazione di servizi e prestazione occasionale e temporanea
1. Fatti salvi gli articoli da 10 a 15, la libera prestazione di servizi sul territorio nazionale non puo’ essere limitata per ragioni attinenti alle qualifiche professionali:
a) se il prestatore è legalmente stabilito in un altro Stato membro per esercitarvi la corrispondente professione;
b) in caso di spostamento del prestatore; in tal caso, se nello Stato membro di stabilimento la professione non è regolamentata, il prestatore deve aver esercitato tale professione per almeno un anno nel corso dei dieci anni che precedono la prestazione di servizi.
2. Le disposizioni del presente titolo si applicano esclusivamente nel caso in cui il prestatore si sposta sul territorio dello Stato per esercitare, in modo temporaneo e occasionale, la professione di cui al comma 1.
3. Il carattere temporaneo e occasionale della prestazione è valutato, dall’autorità di cui all’art. 5, caso per caso, tenuto conto anche della natura della prestazione, della durata della prestazione stessa, della sua frequenza, della sua periodicità e della sua continuità.
3-bis. Nel caso di attivita’ stagionali, le autorità competenti di cui all’articolo 5 possono effettuare controlli per verificare il carattere temporaneo ed occasionale dei servizi prestati sul tutto il territorio nazionale. A tal fine possono chiedere, una volta l’anno, informazioni in merito ai servizi effettivamente prestati in Italia, qualora tali informazioni non siano già state comunicate su base volontaria dal prestatore di servizi.
4. In caso di spostamento, il prestatore è soggetto alle norme che disciplinano l’esercizio della professione che è ammesso ad esercitare, quali la definizione della professione, l’uso dei titoli e la responsabilità professionale connessa direttamente e specificamente alla tutela e sicurezza dei consumatori, nonché alle disposizioni disciplinari applicabili ai professionisti che, sul territorio italiano, esercitano la professione corrispondente.
Adempimenti per l’esercizio della prestazione di servizi temporanea e occasionale.
Art. 10. Dichiarazione preventiva in caso di spostamento del prestatore
1. Il prestatore che ai sensi dell’articolo 9 si sposta per la prima volta da un altro Stato membro sul territorio nazionale per fornire servizi è tenuto ad informare in anticipo, l’autorità di cui all’articolo 5 con una dichiarazione scritta, contenente informazioni sulla prestazione di servizi che intende svolgere, nonché sulla copertura assicurativa o analoghi mezzi di protezione personale o collettiva per la responsabilità professionale. Tale dichiarazione ha validità per l’anno in corso e deve essere rinnovata, se il prestatore intende successivamente fornire servizi temporanei o occasionali in tale Stato membro. Il prestatore puo’ fornire la dichiarazione con qualsiasi mezzo idoneo di comunicazione.
2. In occasione della prima prestazione, o in qualunque momento interviene un mutamento oggettivo della situazione attestata dai documenti, la dichiarazione di cui al comma 1 deve essere corredata di:
a) un certificato o copia di un documento che attesti la nazionalità del prestatore;
b) una certificazione dell’autorità competente che attesti che il titolare è legalmente stabilito in uno Stato membro per esercitare le attivita’ in questione e che non gli è vietato esercitarle, anche su base temporanea, al momento del rilascio dell’attestato;
c) un documento che comprovi il possesso delle qualifiche professionali;
d) nei casi di cui all’articolo 9, comma 1, lettera b), una prova con qualsiasi mezzo che il prestatore ha esercitato l’attività in questione per almeno un anno nei precedenti dieci anni;
e) per le professioni nel settore della sicurezza, nel settore della sanità e per le professioni inerenti all’istruzione dei minori, inclusa l’assistenza e l’istruzione della prima infanzia, un attestato che comprovi l’assenza di sospensioni temporanee o definitive dall’esercizio della professione o di condanne penali.
e-bis) per le professioni che hanno implicazioni per la sicurezza dei pazienti, una dichiarazione da parte del richiedente di essere in possesso della conoscenza della lingua necessaria all’esercizio della professione;
e-ter) per le professioni riguardanti le attivita’ di cui all’articolo 27, contenute nell’elenco notificato alla Commissione europea, per le quali e’ necessaria una verifica preliminare delle qualifiche professionali, un certificato concernente la natura e la durata dell’attivita’, rilasciato dall’autorita’ o dall’organismo competente dello Stato membro di stabilimento.
2-bis. La presentazione della dichiarazione di cui al comma 1 consente al prestatore di avere accesso all’attività di servizio e di esercitarla su tutto il territorio nazionale.
3. Per i cittadini dell’Unione europea stabiliti legalmente in Italia l’attestato di cui al comma 2, lettera b) e’ rilasciato, a richiesta dell’interessato e dopo gli opportuni accertamenti, dall’autorita’ competente di cui all’articolo 5.
4. Il prestatore deve informare della sua prestazione, prima dell’esecuzione o, in caso di urgenza, immediatamente dopo, l’ente di previdenza obbligatoria competente per la professione esercitata. La comunicazione, che non comporta obblighi di iscrizione o di contribuzione, puo’ essere effettuata con qualsiasi mezzo idoneo.
4-bis. Le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 assicurano che tutti i requisiti, le procedure e le formalita’, fatta eccezione per la prova attitudinale prevista dall’articolo 11, possano essere espletate con facilita’ mediante connessione remota e per via elettronica. Cio’ non impedisce alle stesse autorita’ competenti di richiedere le copie autenticate in una fase successiva, in caso di dubbio fondato e ove strettamente necessario.
1. Nel caso delle professioni regolamentate aventi ripercussioni in materia di pubblica sicurezza o di sanita’ pubblica, che non beneficiano del riconoscimento ai sensi del titolo III, capi III, IV e IV-bis, all’atto della prima prestazione di servizi le Autorita’ di cui all’articolo 5 possono procedere ad una verifica delle qualifiche professionali del prestatore prima della prima prestazione di servizi.
2. La verifica preliminare e’ esclusivamente finalizzata ad evitare danni gravi per la salute o la sicurezza del destinatario del servizio per la mancanza di qualifica professionale del prestatore.
3. Entro un mese dalla ricezione della dichiarazione e dei documenti che la corredano, l’autorita’ di cui all’articolo 5 informa il prestatore che non sono necessarie verifiche preliminari, ovvero comunica l’esito del controllo ovvero, in caso di difficolta’ che causi un ritardo, il motivo del ritardo e la data entro la quale sara’ adottata la decisione definitiva, che in ogni caso dovra’ essere adottata entro il secondo mese dal ricevimento della documentazione completa.
4. In caso di differenze sostanziali tra le qualifiche professionali del prestatore e la formazione richiesta dalle norme nazionali, nella misura in cui tale differenza sia tale da nuocere alla pubblica sicurezza o alla sanita’ pubblica e non possa essere compensata dall’esperienza professionale del prestatore o da conoscenze, abilita’ e competenze acquisite attraverso l’apprendimento permanente, formalmente convalidate a tal fine da un organismo competente, il prestatore puo’ colmare tali differenze attraverso il superamento di una specifica prova attitudinale, con oneri a carico dell’interessato secondo quanto previsto dall’articolo 25. La prestazione di servizi deve poter essere effettuata entro il mese successivo alla decisione adottata in applicazione del comma 3.
5. In mancanza di determinazioni da parte dell’autorita’ competente entro il termine fissato nei commi precedenti, la prestazione di servizi puo’ essere effettuata.
1. Per le professioni di cui al titolo III, capo IV e nei casi in cui le qualifiche sono state verificate ai sensi dell’articolo 11, la prestazione di servizi e’ effettuata con il titolo professionale previsto dalla normativa italiana.
2. In tutti gli altri casi la prestazione e’ effettuata con il titolo professionale dello Stato membro di stabilimento allorche’ un siffatto titolo regolamentato esista in detto Stato membro per l’attivita’ professionale di cui trattasi.
3. Il titolo di cui al comma 2 e’ indicato nella lingua ufficiale o in una delle lingue ufficiali dello Stato membro di stabilimento.
4. Nei casi in cui il suddetto titolo professionale non esista nello Stato membro di stabilimento il prestatore indica il suo titolo di formazione nella lingua ufficiale o in una delle lingue ufficiali di detto Stato membro.
1. Copia delle dichiarazioni di cui all’articolo 10, comma 1, e’ trasmessa dall’autorita’ competente di cui all’articolo 5 al competente Ordine o Collegio professionale, se esistente, che provvede ad una iscrizione automatica in apposita sezione degli albi istituiti e tenuti presso i consigli provinciali e il consiglio nazionale con oneri a carico dell’Ordine o Collegio stessi.
2. Nel caso di professioni di cui all’articolo 11, comma 1, e di cui al titolo III, capo IV, contestualmente alla dichiarazione e’ trasmessa copia della documentazione di cui all’articolo 10, comma 2.
2-bis. Nel caso l’autorita’ competente riceva la comunicazione, tramite IMI, del rilascio di una tessera professionale da parte di un altro Stato membro, per la prestazione temporanea in Italia, ne informa il competente Ordine o Collegio professionale, se esistente, che provvede ad una iscrizione automatica in apposita sezione degli albi istituiti e tenuti presso i consigli provinciali e il consiglio nazionale, con oneri a carico dell’Ordine o Collegio stessi. Parimenti l’autorita’ competente che rilascia una tessera professionale per la prestazione temporanea nei casi di cui all’articolo 11, ne informa il competente Ordine o Collegio professionale per l’iscrizione automatica.
3. L’iscrizione di cui al comma 1 e’ assicurata per la durata di efficacia della dichiarazione di cui all’articolo 10, comma 1.
4. L’iscrizione all’ordine non comporta l’iscrizione ad enti di previdenza obbligatoria.
1. Le informazioni pertinenti circa la legalita’ dello stabilimento e la buona condotta del prestatore, nonche’ l’assenza di sanzioni disciplinari o penali di carattere professionale sono richieste e assicurate dalle autorita’ di cui all’articolo 5.
2. Le autorita’ di cui all’articolo 5 provvedono affinche’ lo scambio di tutte le informazioni necessarie per un reclamo del destinatario di un servizio contro un prestatore avvenga correttamente. I destinatari sono informati dell’esito del reclamo.
1. Nei casi in cui la prestazione e’ effettuata con il titolo professionale dello Stato membro di stabilimento o con il titolo di formazione del prestatore, il prestatore e’ tenuto a fornire al destinatario del servizio, in lingua italiana o in altra lingua comprensibile dal destinatario del servizio, le seguenti informazioni:
a) se il prestatore e’ iscritto in un registro commerciale o in un analogo registro pubblico, il registro in cui e’ iscritto, il suo numero d’iscrizione o un mezzo d’identificazione equivalente, che appaia in tale registro;
b) se l’attivita’ e’ sottoposta a un regime di autorizzazione nello Stato membro di stabilimento, gli estremi della competente autorita’ di vigilanza;
c) l’ordine professionale, o analogo organismo, presso cui il prestatore e’ iscritto;
d) il titolo professionale o, ove il titolo non esista, il titolo di formazione del prestatore e lo Stato membro in cui e’ stato conseguito;
e) se il prestatore esercita un’attivita’ soggetta all’IVA, il numero d’identificazione IVA di cui agli articoli 214 e 215 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto;
f) le prove di qualsiasi copertura assicurativa o analoghi mezzi di tutela personale o collettiva per la responsabilita’ professionale.
LIBERTA’ DI STABILIMENTO
Capo I
Norme procedurali
Art. 16. Procedura di riconoscimento in regime di stabilimento
1. Ai fini del riconoscimento professionale come disciplinato dal presente titolo, il cittadino di cui all’articolo 2 presenta apposita domanda all’autorita’ competente di cui all’articolo 5.
2. Entro trenta giorni dal ricevimento della domanda di cui al comma 1 l’autorita’ accerta la completezza della documentazione esibita, e ne da’ notizia all’interessato. Ove necessario, l’Autorita’ competente richiede le eventuali necessarie integrazioni.
3. Fuori dai casi previsti dall’articolo 5, comma 2, per la valutazione dei titoli acquisiti, l’autorita’ puo’ indire una conferenza di servizi ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, previa consultazione del Consiglio Universitario Nazionale per le attivita’ di cui al titolo III, capo IV, sezione VIII, alla quale partecipano rappresentanti:
a) delle amministrazioni di cui all’articolo 5;
b) del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie;
c) del Ministero degli affari esteri.
4. Nella conferenza dei servizi sono sentiti un rappresentante dell’Ordine o Collegio professionale ovvero della categoria professionale interessata.
5. Il comma 3 non si applica se la domanda di riconoscimento ha per oggetto titoli identici a quelli su cui e’ stato provveduto con precedente decreto e nei casi di cui al capo IV del presente titolo, sezioni I, II, III, IV, V, VI e VII.
6. Sul riconoscimento provvede l’autorita’ competente con proprio provvedimento, da adottarsi nel termine di tre mesi dalla presentazione della documentazione completa da parte dell’interessato. Il provvedimento e’ pubblicato nel sito istituzionale di ciascuna amministrazione competente. Per le professioni di cui al capo II e al capo III del presente titolo il termine e’ di quattro mesi.
7. Nei casi di cui all’articolo 22, il provvedimento stabilisce le condizioni del tirocinio di adattamento e della prova attitudinale, individuando l’ente o organo competente a norma dell’articolo 24.
8. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nei casi di cui all’articolo 5, comma 2, individuano le modalita’ procedimentali di valutazione dei titoli di loro competenza, assicurando forme equivalenti di partecipazione delle altre autorita’ interessate. Le autorita’ di cui all’articolo 5, comma 2, si pronunciano con proprio provvedimento, stabilendo, qualora necessario, le eventuali condizioni di cui al comma 7 del presente articolo.
9. Se l’esercizio della professione in questione e’ condizionato alla prestazione di un giuramento o ad una dichiarazione solenne, al cittadino interessato e’ proposta una formula appropriata ed equivalente nel caso in cui la formula del giuramento o della dichiarazione non possa essere utilizzata da detto cittadino.
10. I beneficiari del riconoscimento esercitano la professione facendo uso della denominazione del titolo professionale, e della sua eventuale abbreviazione, prevista dalla legislazione italiana.
1. La domanda di cui all’articolo 16 e’ corredata dei seguenti documenti:
a) un certificato o copia di un documento che attesti la nazionalita’ del prestatore;
b) una copia degli attestati di competenza o del titolo di formazione che da’ accesso alla professione ed eventualmente un attestato dell’esperienza professionale dell’interessato;
c) nei casi di cui all’articolo 27, un attestato relativo alla natura ed alla durata dell’attivita’, rilasciato dall’autorita’ o dall’organismo competente dello Stato membro d’origine o dello Stato membro da cui proviene il cittadino di cui all’articolo 2, comma 1.
2. Le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 possono invitare il richiedente a fornire informazioni quanto alla sua formazione nella misura necessaria a determinare l’eventuale esistenza di differenze sostanziali rispetto alla formazione richiesta sul territorio dello Stato italiano. Qualora sia impossibile per il richiedente fornire tali informazioni, le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 si rivolgono al punto di contatto, all’autorita’ competente o a qualsiasi altro organismo pertinente dello Stato membro di origine.
3. Qualora l’accesso a una professione regolamentata sia subordinato ai requisiti dell’onorabilita’ e della moralita’ o all’assenza di dichiarazione di fallimento, o l’esercizio di tale professione possa essere sospeso o vietato in caso di gravi mancanze professionali o di condanne penali, la sussistenza di tali requisiti si considera provata da documenti rilasciati da competenti autorita’ dello Stato membro di origine o dello Stato membro da cui proviene il cittadino di cui all’articolo 2, comma 1.
4. Nei casi in cui l’ordinamento dello Stato membro di origine o dello Stato membro da cui proviene l’interessato non preveda il rilascio dei documenti di cui al comma 3, questi possono essere sostituiti da una dichiarazione giurata o, negli Stati membri in cui tale forma di dichiarazione non e’ contemplata, da una dichiarazione solenne, prestata dall’interessato dinanzi ad un’autorita’ giudiziaria o amministrativa competente o, eventualmente, dinanzi ad un notaio o a un organo qualificato dello Stato membro di origine o dello Stato membro da cui proviene l’interessato.
5. Le certificazioni di cui al comma 3, nel caso in cui cittadini stabiliti in Italia intendano stabilirsi in altri Stati membri, devono essere fatte pervenire alle autorita’ degli Stati membri richiedenti entro due mesi.
6. Qualora l’accesso ad una professione regolamentata sia subordinato al possesso di sana costituzione fisica o psichica, tale requisito si considera dimostrato dal documento prescritto nello Stato membro di origine o nello Stato membro da cui proviene l’interessato. Qualora lo Stato membro di origine o di provenienza non prescriva documenti del genere, le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 accettano un attestato rilasciato da un’autorita’ competente di detti Stati.
7. Qualora l’esercizio di una professione regolamentata sia subordinato al possesso di capacita’ finanziaria del richiedente o di assicurazione contro i danni derivanti da responsabilita’ professionale, tali requisiti si considerano dimostrati da un attestato rilasciato da una banca o societa’ di assicurazione con sede in uno Stato membro.
7-bis. In caso di fondato dubbio, l’autorita’ competente di cui all’articolo 5 puo’ chiedere, attraverso il sistema IMI, all’autorita’ competente dello Stato di origine o di provenienza, conferma del fatto che il richiedente non e’ oggetto di sospensione o di divieto ad esercitare la professione a causa di gravi mancanze professionali o di condanne penali connesse all’esercizio dell’attivita’ professionale.
8. I documenti di cui ai commi 3, 6 e 7 al momento della loro presentazione non devono essere di data anteriore a tre mesi.
9. Nei casi previsti dal titolo III, capo IV, la domanda e’ corredata da un certificato dell’autorita’ competente dello Stato membro di origine attestante che il titolo di formazione soddisfa i requisiti stabiliti dalla normativa comunitaria in materia di riconoscimento dei titoli di formazione in base al coordinamento delle condizioni minime di formazione.
9-bis. Le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 assicurano che tutti i requisiti, le procedure e le formalita’ per il riconoscimento di una qualifica professionale, fatta eccezione per lo svolgimento del periodo di adattamento o della prova attitudinale, possano essere espletate, con facilita’, mediante connessione remota e per via elettronica. Cio’ non impedisce alle stesse autorita’ competenti di richiedere le copie autenticate dei documenti presentati in una fase successiva, in caso di dubbio fondato e ove strettamente necessario.
1. Se l’accesso a una professione regolamentata in Italia e’ subordinato al compimento di un tirocinio professionale, le autorita’ competenti al rilascio delle abilitazioni per l’esercizio di una professione regolamentata riconoscono i tirocini professionali effettuati in un altro Stato membro, a condizione che il tirocinio si attenga alle linee guida di cui al comma 3 e tengono conto dei tirocini professionali svolti in un Paese terzo. Le suddette autorita’ competenti stabiliscono un limite ragionevole alla durata della parte del tirocinio professionale che puo’ essere svolta all’estero, fatte salve le disposizioni di legge gia’ vigenti in materia.
2. Il riconoscimento del tirocinio professionale non sostituisce i requisiti previsti per superare un esame al fine di ottenere l’accesso alla professione in questione.
3. Il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, per le professioni il cui tirocinio professionale e’ inserito nel corso di studi universitari o post-universitari, pubblica, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo, le linee guida sull’organizzazione e il riconoscimento dei tirocini professionali effettuati in un altro Stato membro o in un Paese terzo, in particolare sul ruolo del supervisore del tirocinio professionale.
4. Per tutte le professioni che non rientrano nel comma 3, le linee guida sull’organizzazione e il riconoscimento dei tirocini professionali effettuati in un altro Stato membro o in un Paese terzo, in particolare sul ruolo del supervisore del tirocinio professionale, sono pubblicate, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo, dalle autorita’ incaricate di fissare i criteri e le modalita’ per lo svolgimento del tirocinio in Italia sui rispettivi siti istituzionali.
Regime generale di riconoscimento di titoli di formazione
Art. 18. Ambito di applicazione
1. Ai soli fini dell’applicazione delle condizioni di riconoscimento professionale di cui all’articolo 21 e all’articolo 22, comma 8-bis, le qualifiche professionali sono inquadrate nei seguenti livelli:
a) attestato di competenza: attestato rilasciato da un’autorita’ competente dello Stato membro d’origine designata ai sensi delle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative di tale Stato membro, sulla base:
1) o di una formazione non facente parte di un certificato o diploma ai sensi delle lettere b), c), d) o e), o di un esame specifico non preceduto da una formazione o dell’esercizio a tempo pieno della professione per tre anni consecutivi in uno Stato membro o a tempo parziale per un periodo equivalente nei precedenti dieci anni,
2) o di una formazione generale a livello d’insegnamento elementare o secondario attestante che il titolare possiede conoscenze generali;
b) certificato: certificato che attesta il compimento di un ciclo di studi secondari,
1) o generale completato da un ciclo di studi o di formazione professionale diversi da quelli di cui alla lettera c) o dal tirocinio o dalla pratica professionale richiesti in aggiunta a tale ciclo di studi,
2) o tecnico o professionale, completato eventualmente da un ciclo di studi o di formazione professionale di cui al punto 1, o dal tirocinio o dalla pratica professionale richiesti in aggiunta a tale ciclo di studi;
c) diploma: diploma che attesta il compimento:
1) o di una formazione a livello di insegnamento post-secondario diverso da quello di cui alle lettere d) ed e) di almeno un anno o di una durata equivalente a tempo parziale, di cui una delle condizioni di accesso e’, di norma, il completamento del ciclo di studi secondari richiesto per accedere all’insegnamento universitario o superiore ovvero il completamento di una formazione scolastica equivalente al secondo ciclo di studi secondari, nonche’ la formazione professionale eventualmente richiesta oltre al ciclo di studi post-secondari;
2) o di una formazione o un’istruzione regolamentata o, nel caso di professione regolamentata, di una formazione a struttura particolare con competenze che vanno oltre quanto previsto al livello b, equivalenti al livello di formazione indicato al numero 1), se tale formazione conferisce un analogo livello professionale e prepara a un livello analogo di responsabilita’ e funzioni, a condizione che detto diploma sia corredato di un certificato dello Stato membro di origine;
d) diploma: diploma che attesta il compimento di una formazione a livello di insegnamento post-secondario di una durata minima di tre e non superiore a quattro anni o di una durata equivalente a tempo parziale, impartita presso un’universita’ o un istituto d’insegnamento superiore o un altro istituto che impartisce una formazione di livello equivalente, nonche’ la formazione professionale eventualmente richiesta oltre al ciclo di studi post-secondari;
e) diploma: diploma che attesta che il titolare ha completato un ciclo di studi post-secondari della durata di almeno quattro anni, o di una durata equivalente a tempo parziale, presso un’universita’ o un istituto d’insegnamento superiore ovvero un altro istituto di livello equivalente e, se del caso, che ha completato con successo la formazione professionale richiesta in aggiunta al ciclo di studi post-secondari.
1. E’ assimilato a un titolo di formazione che sancisce una formazione di cui all’articolo 19, anche per quanto riguarda il livello, ogni titolo di formazione o insieme di titoli di formazione rilasciato da un’autorita’ competente di un altro Stato membro, che sancisce il completamento con successo di una formazione acquisita nell’Unione europea, a tempo pieno o parziale, nell’ambito o al di fuori di programmi formali, che e’ riconosciuta da tale Stato membro come formazione di livello equivalente al livello in questione e tale da conferire gli stessi diritti d’accesso o di esercizio alla professione o tale da preparare al relativo esercizio.
2. E’ altresi’ assimilata ad un titolo di formazione, alle stesse condizioni del comma 1, ogni qualifica professionale che, pur non rispondendo ai requisiti delle norme legislative, regolamentari o amministrative dello Stato membro d’origine per l’accesso a una professione o il suo esercizio, conferisce al suo titolare diritti acquisiti in virtu’ di tali disposizioni. La disposizione trova applicazione se lo Stato membro d’origine eleva il livello di formazione richiesto per l’ammissione ad una professione e per il suo esercizio, e se una persona che ha seguito una precedente formazione, che non risponde ai requisiti della nuova qualifica, beneficia dei diritti acquisiti in forza delle disposizioni nazionali legislative, regolamentari o amministrative; in tale caso, detta formazione precedente e’ considerata, ai fini dell’applicazione dell’articolo 21, corrispondente al livello della nuova formazione.
1. Al fine dell’applicazione dell’articolo 18, comma 1, per l’accesso o l’esercizio di una professione regolamentata sono ammessi al riconoscimento professionale le qualifiche professionali che sono prescritte da un altro Stato membro per accedere alla corrispondente professione ed esercitarla. Gli attestati di competenza o i titoli di formazione ammessi al riconoscimento sono rilasciati da un’autorità competente in un altro Stato membro, designata ai sensi delle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative di tale Stato;
b) (LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15).
2. L’accesso e l’esercizio della professione regolamentata di cui al comma 1 sono consentiti anche ai richiedenti che abbiano esercitato a tempo pieno tale professione per un anno o, se a tempo parziale, per una durata complessiva equivalente, nel corso dei precedenti dieci, in un altro Stato membro che non la regolamenti e abbiano uno o piu’ attestati di competenza o uno o piu’ titoli di formazione che soddisfino le seguenti condizioni:
a) essere stati rilasciati da un’autorita’ competente in un altro Stato membro, designata ai sensi delle disposizioni legislative, regolamentari o amministrative di tale Stato membro;
b) (LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15);
c) attestare la preparazione del titolare all’esercizio della professione interessata.
3. Non e’ necessario l’anno di esperienza professionale di cui al comma 2 se i titoli di formazione posseduti dal richiedente sanciscono una formazione e un’istruzione regolamentata. L’autorita’ competente accetta il livello attestato ai sensi dell’articolo 19 dallo Stato membro di origine nonche’ il certificato mediante il quale lo Stato membro di origine attesta che la formazione e l’istruzione regolamentata o la formazione professionale con una struttura particolare di cui all’articolo 19, comma 1, lettera c), numero 2), e’ di livello equivalente a quello previsto dall’articolo 19, comma 1, lettera c), numero 1).
4. In deroga ai commi 1 e 2 del presente articolo e all’articolo 22, l’autorita’ competente di cui all’articolo 5 puo’ rifiutare l’accesso alla professione e l’esercizio della stessa ai titolari di un attestato di competenza classificato a norma dell’articolo 19, comma 1, lettera a), qualora la qualifica professionale nazionale richiesta per esercitare tale professione in Italia sia classificata a norma dell’articolo 19, comma 1, lettera e).
a) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15;
b) se la formazione ricevuta riguarda materie sostanzialmente diverse da quelle coperte dal titolo di formazione richiesto in Italia;
c) se la professione regolamentata include una o piu’ attivita’ professionali regolamentate, mancanti nella corrispondente professione dello Stato membro d’origine del richiedente, e se la formazione richiesta dalla normativa nazionale riguarda materie sostanzialmente diverse da quelle dell’attestato di competenza o del titolo di formazione in possesso del richiedente.
2. Nei casi di cui al comma 1 per l’accesso alle professioni di avvocato, dottore commercialista, ragioniere e perito commerciale, consulente per la proprieta’ industriale, consulente del lavoro, attuario e revisore contabile, nonche’ per l’accesso alle professioni di maestro di sci e di guida alpina, il riconoscimento e’ subordinato al superamento di una prova attitudinale.
3. Con provvedimento dell’autorita’ competente di cui all’articolo 5, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, sono individuate altre professioni per le quali la prestazione di consulenza o assistenza in materia di diritto nazionale costituisce un elemento essenziale e costante dell’attivita’.
4. In deroga al principio enunciato al comma 1, che lascia al richiedente il diritto di scelta, nei casi di cui al medesimo comma 1 le autorita’ competenti di cui all’articolo 5 subordinano il riconoscimento al superamento di una prova attitudinale o di un tirocinio di adattamento:
a) nei casi in cui si applica l’articolo 18, comma 1, lettere b) e c), l’articolo 18, comma 1, lettera d), limitatamente ai medici e agli odontoiatri, l’articolo 18, comma 1, lettera f), qualora il migrante chieda il riconoscimento per attivita’ professionali esercitate da infermieri professionali e per attivita’ professionali esercitate da infermieri specializzati in possesso di titoli di formazione specialistica, che seguono la formazione che porta al possesso dei titoli elencati all’allegato V, punto 5.2.2, o l’articolo 18, comma 1, lettera g);
b) nei casi in cui si applica l’articolo 18, comma 1, lettera a), limitatamente alle attivita’ esercitate a titolo autonomo o con funzioni direttive in una societa’ per le quali la normativa vigente richieda la conoscenza e l’applicazione di specifiche disposizioni nazionali;
c) se e’ richiesto dal titolare di una qualifica professionale di cui all’articolo 19, comma 1, lettera a), nei casi in cui la qualifica professionale nazionale richiesta e’ classificata a norma dell’articolo 19, comma 1, lettera c);
d) se e’ richiesto dal titolare di qualifica professionale di cui all’articolo 19, comma 1, lettera b), nei casi in cui la qualifica professionale nazionale richiesta e’ classificata a norma dell’articolo 19, comma 1, lettere d) o e).
4-bis. (COMMA ABROGATO DALLA L. 3 MAGGIO 2019, N. 37).
4-ter. Nel caso del titolare di una qualifica professionale di cui all’articolo 19, comma 1, lettera a), che abbia presentato domanda di riconoscimento delle proprie qualifiche professionali, se la qualifica professionale nazionale richiesta e’ classificata a norma dell’articolo 19, comma 1, lettera d), l’autorita’ competente di cui all’articolo 5 puo’ imporre un tirocinio di adattamento unitamente a una prova attitudinale.
5. Ai fini dell’applicazione del comma 1, lettere b) e c), per «materie sostanzialmente diverse» si intendono materie la cui conoscenza e’ essenziale all’esercizio della professione regolamentata e che in termini di durata o contenuto sono molto diverse rispetto alla formazione ricevuta dal migrante.
6. L’applicazione dei commi 1 e 4 comporta una successiva verifica sull’eventuale esperienza professionale attestata dal richiedente al fine di stabilire se le conoscenze le abilita’ e le competenze formalmente convalidate a tal fine da un organismo competente, acquisite nel corso di detta esperienza professionale ovvero mediante apprendimento permanente in uno Stato membro o in un Paese terzo possano colmare la differenza sostanziale di cui al comma 3, o parte di essa.
7. Con provvedimento dell’autorita’ competente interessata, sentiti il Ministro per le politiche europee e i Ministri competenti per materia, osservata la procedura comunitaria di preventiva comunicazione agli altri Stati membri e alla Commissione contenente adeguata giustificazione della deroga, possono essere individuati altri casi per i quali in applicazione del comma 1 e’ richiesta la prova attitudinale.
8. Il provvedimento di cui al comma 7 e’ efficace tre mesi dopo la sua comunicazione alla Commissione europea, se la stessa nel detto termine non chiede di astenersi dall’adottare la deroga.
8-bis. La decisione di imporre un tirocinio di adattamento o una prova attitudinale e’ debitamente motivata. In particolare al richiedente sono comunicate le seguenti informazioni:
a) il livello di qualifica professionale richiesto dalla normativa nazionale e il livello di qualifica professionale detenuto dal richiedente secondo la classificazione stabilita dall’articolo 19;
b) le differenze sostanziali di cui al comma 5 e le ragioni per cui tali differenze non possono essere compensate dalle conoscenze, dalle abilita’ e dalle competenze acquisite nel corso dell’esperienza professionale ovvero mediante apprendimento permanente formalmente convalidate a tal fine da un organismo competente.
8-ter. Al richiedente dovrà essere data la possibilità di svolgere la prova attitudinale di cui al comma 1 entro sei mesi dalla decisione iniziale di imporre tale prova al richiedente.
1. Nei casi di cui all’articolo 22, la durata e le materie oggetto del tirocinio di adattamento e della prova attitudinale sono stabilite dall’Autorità competente a seguito della Conferenza di servizi di cui all’articolo 16, se convocata. In caso di valutazione finale sfavorevole il tirocinio puo’ essere ripetuto. Gli obblighi, i diritti e i benefici sociali di cui gode il tirocinante sono stabiliti dalla normativa vigente, conformemente al diritto comunitario applicabile.
2. La prova attitudinale si articola in una prova scritta o pratica e orale o in una prova orale sulla base dei contenuti delle materie stabilite ai sensi del comma 1. In caso di esito sfavorevole o di mancata presentazione dell’interessato senza valida giustificazione, la prova attitudinale non puo’ essere ripetuta prima di sei mesi.
2-bis: Nei casi di cui ai commi 1 e 2 le autorità competenti di cui all’articolo 5 possono stabilire il numero di ripetizioni cui ha diritto il richiedente, tenendo conto della prassi seguita per ciascuna professione a livello nazionale e nel rispetto del principio di non discriminazione.
3. Ai fini della prova attitudinale le autorità competenti di cui all’articolo 5 predispongono un elenco delle materie che, in base ad un confronto tra la formazione richiesta sul territorio nazionale e quella posseduta dal richiedente, non sono contemplate dai titoli di formazione del richiedente. La prova verte su materie da scegliere tra quelle che figurano nell’elenco e la cui conoscenza è una condizione essenziale per poter esercitare la professione sul territorio dello Stato. Lo status del richiedente che desidera prepararsi per sostenere la prova attitudinale è stabilito dalla normativa vigente.
1. Con riferimento all’articolo 5, comma 1, con provvedimento dell’Autorità competente, sono definite, con riferimento alle singole professioni, le procedure necessarie per assicurare lo svolgimento, la conclusione, l’esecuzione e la valutazione delle misure di cui agli articoli 23 e 11.
Riconoscimento sulla base dell’esperienza professionale
Art. 27. Requisiti in materia di esperienza professionale
1. Per le attivita’ elencate nell’allegato IV il cui accesso o esercizio è subordinato al possesso di conoscenze e competenze generali, commerciali o professionali, il riconoscimento professionale è subordinato alla dimostrazione dell’esercizio effettivo dell’attività in questione in un altro Stato membro ai sensi degli articoli 28, 29 e 30.
1. In caso di attivita’ di cui alla Lista I dell’allegato IV, l’attività deve essere stata precedentemente esercitata:
a) per sei anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda;
oppure b) per tre anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno tre anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure c) per quattro anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno due anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure d) per tre anni consecutivi come lavoratore autonomo, se il beneficiario prova di aver esercitato l’attività in questione per almeno cinque anni come lavoratore subordinato; oppure e) per cinque anni consecutivi in funzioni direttive, di cui almeno tre anni con mansioni tecniche che implichino la responsabilità di almeno uno dei reparti dell’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno tre anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale. 2. Nei casi di cui alle lettere a) e d) del comma 1 l’attività non deve essere cessata da più di 10 anni alla data di presentazione della documentazione completa dell’interessato alle autorità competenti di cui all’articolo 5. 3. Il comma 1, lettera e), non si applica alle attivita’ del gruppo ex 855 (parrucchieri) della nomenclatura ISIC.
1. In caso di attivita’ di cui alla Lista II dell’allegato IV, l’attività in questione deve essere stata precedentemente esercitata:
a) per cinque anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda;
oppure b) per tre anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno tre anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure c) per quattro anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno due anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure d) per tre anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver esercitato l’attività in questione per almeno cinque anni come lavoratore subordinato;
oppure e) per cinque anni consecutivi come lavoratore subordinato, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno tre anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure f) per sei anni consecutivi come lavoratore subordinato, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione di almeno due anni sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale.
2. Nei casi di cui alle lettere a) e d) del comma 1, l’attività non deve essere cessata da più di 10 anni alla data di presentazione della documentazione completa dell’interessato alle autorità competenti di cui all’articolo 5.
1. In caso di attivita’ di cui alla Lista III dell’allegato IV, l’attività in questione deve essere stata precedentemente esercitata:
a) per tre anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda;
oppure b) per due anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attività in questione, una formazione sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale;
oppure c) per due anni consecutivi come lavoratore autonomo o dirigente d’azienda se il beneficiario prova di aver in precedenza esercitato l’attivita’ in questione come lavoratore subordinato per almeno tre anni;
oppure d) per tre anni consecutivi come lavoratore subordinato, se il beneficiario prova di aver in precedenza ricevuto, per l’attivita’ in questione, una formazione sancita da un certificato riconosciuto da uno Stato membro o giudicata del tutto valida da un competente organismo professionale.
2. Nei casi di cui alle lettere a) e c) del comma 1, l’attività non deve essere cessata da più di 10 anni alla data di presentazione della documentazione completa dell’interessato alle autorità competenti di cui all’articolo 5.
Riconoscimento sulla base del coordinamento delle condizioni minime di formazione
SEZIONE I
Disposizioni comuni
Art. 31. Principio di riconoscimento automatico
1. I titoli di formazione di medico, che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di base e medico specialista, infermiere responsabile dell’assistenza generale, odontoiatra, odontoiatra specialista, veterinario, farmacista e architetto, di cui all’allegato V e rispettivamente ai punti 5.1.1, 5.1.2, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.6.2 e 5.7.1, conformi alle condizioni minime di formazione di cui rispettivamente agli articoli 33, 34, 38, 41, 42, 44, 50 e 52, rilasciati a cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, da altri Stati membri, sono riconosciuti dalle autorità di cui all’articolo 5 con gli stessi effetti dei titoli rilasciati in Italia per l’accesso, rispettivamente, all’attività di medico chirurgo, medico chirurgo specialista, infermiere responsabile dell’assistenza generale, odontoiatra, odontoiatra specialista, veterinario, farmacista e architetto.
2. I titoli di formazione di cui al comma 1 devono essere rilasciati dalle autorità competenti degli altri Stati membri e essere accompagnati dai certificati di cui all’allegato V e rispettivamente ai punti 5.1.1, 5.1.2, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.6.2 e 5.7.1.
3. Le disposizioni del primo e secondo comma, non pregiudicano, rispettivamente, i diritti acquisiti di cui agli articoli 32, 35, 37, 40, 43, 45 e 55.
4. I diplomi e i certificati rilasciati da altri Stati membri conformemente all’articolo 36 ed elencati nell’allegato V punto 5.1.4, sono riconosciuti con gli stessi effetti dei diplomi rilasciati in Italia per l’accesso all’attività di medico di medicina generale nel quadro del regime nazionale di previdenza sociale; sono fatti comunque salvi i diritti acquisiti di cui all’articolo 37.
5. I titoli di formazione di ostetrica rilasciati ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, da altri Stati membri elencati nell’allegato V punto 5.5.2, conformi alle condizioni minime di formazione di cui all’articolo 46 e rispondenti alle modalità di cui all’articolo 47, sono riconosciuti dall’Autorità di cui all’articolo 5, con gli stessi effetti dei titoli rilasciati in Italia per l’accesso all’attività di ostetrica; sono fatti comunque salvi i diritti acquisiti di cui all’articolo 49. 6. I titoli di formazione di architetto oggetto di riconoscimento automatico di cui al comma 1, attestano una formazione iniziata al più presto nel corso dell’anno accademico indicato nell’allegato V, punto 5.7.1.
7. L’accesso e l’esercizio delle attivita’ professionali di medico chirurgo, infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista, veterinario, ostetrica e farmacista sono subordinati al possesso di un titolo di formazione di cui all’allegato V, e rispettivamente ai punti 5.1.1, 5.1.2, 5.1.4, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2 e 5.6.2 attestante, se del caso, l’acquisizione nel corso della propria formazione complessiva, da parte del professionista interessato, delle conoscenze, delle abilità e delle competenze di cui agli articoli 33, comma 2, 38, commi 6 e 7, 41, comma 3, 44, comma 4, 46, comma 3, e 50, comma 3.
8. Il Ministero della salute e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, rispettivamente per le professioni sanitarie e per le professioni nel campo dell’architettura di cui al presente Capo, notificano, attraverso il sistema IMI, per il tramite del Dipartimento per le politiche europee, alla Commissione europea le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative che adottano in materia di rilascio di titoli di formazione nei settori coperti dal presente capo. Inoltre per i titoli di formazione nel settore dell’architettura, questa notifica è inviata anche agli altri Stati membri. Le suddette notifiche comprendono informazioni in merito alla durata e al contenuto dei programmi di formazione.
9. Le informazioni notificate di cui al comma 8 sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea attraverso un atto delegato adottato dalla Commissione europea nella quale sono indicate le denominazioni date dagli Stati membri ai titoli di formazione e, eventualmente, l’organismo che rilascia il titolo di formazione, il certificato che accompagna tale titolo e il titolo professionale corrispondente, che compare nell’allegato V e, rispettivamente, nei punti 5.1.1, 5.1.2, 5.1.3, 5.1.4, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2, 5.6.2 e 5.7.1.
10. Gli elenchi di cui all’allegato V sono aggiornati e modificati, in conformità alle relative modifiche definite in sede comunitaria, relativamente alle professioni sanitarie, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’università e della ricerca, e, relativamente alla professione di architetto, con decreto del Ministero dell’università e della ricerca.
11. I beneficiari del riconoscimento sono tenuti ad assolvere gli obblighi di formazione continua previsti dalla legislazione vigente.
11-bis. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Ministero della salute, ciascuno per le professioni di propria competenza, comunicano alla Commissione europea le misure adottate per assicurare l’aggiornamento professionale continuo ai professionisti le cui qualifiche rientrano nell’ambito di applicazione del capo IV, garantendo così la possibilità di aggiornare le rispettive conoscenze, abilità e competenze per mantenere prestazioni professionali sicure ed efficaci nonché tenersi al passo con i progressi della professione.
12. Non hanno diritto al riconoscimento professionale ai sensi del presente decreto come medico chirurgo e infermiere responsabile dell’assistenza generale le persone in possesso del titolo bulgaro di feldsher rilasciato in Bulgaria anteriormente al 31 dicembre 1999 e che esercitavano questa professione nell’ambito del regime nazionale di sicurezza sociale bulgaro alla data del 1° gennaio 2000.Art. 32. Diritti acquisiti
1. Fatti salvi i diritti acquisiti relativi alle professioni di cui al presente capo i titoli di formazione che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di medico di base e di medico specialista, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di odontoiatra, di odontoiatra specialista, di veterinario, di farmacista in possesso dei cittadini di cui all’articolo 2, comma 1 e che non soddisfano l’insieme dei requisiti di formazione di cui agli articoli 33, 34, 38, 41, 42, 44, 46 e 50 sono riconosciuti se sanciscono il compimento di una formazione iniziata prima delle date indicate nell’allegato V, punti 5.1.1., 5.1.2., 5.2.2., 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2, 5.6.2 e se sono accompagnati da un attestato che certifica l’esercizio effettivo e lecito dell’attività in questione per almeno tre anni consecutivi nei cinque anni che precedono il rilascio dell’attestato stesso.
2. Il riconoscimento è altresì assicurato ai titoli di formazione in medicina che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di base e di medico specialista, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di odontoiatra, di odontoiatra specialista, di veterinario, di ostetrica e di farmacista acquisiti sul territorio della ex Repubblica democratica tedesca, che non soddisfano i requisiti minimi di formazione di cui agli articoli 33, 34, 38, 41, 42, 44, 46 e 50 se tali titoli sanciscono il completamento di una formazione iniziata:
a) prima del 3 ottobre 1990 per i medici con formazione di base, infermieri responsabile dell’assistenza generale, odontoiatri, odontoiatri specialisti, veterinari, ostetriche e farmacisti;
b) prima del 3 aprile 1992 per i medici specialisti.
3. I titoli di formazione di cui al comma 2 consentono l’esercizio delle attivita’ professionali su tutto il territorio della Germania alle stesse condizioni dei titoli di formazione rilasciati dalle competenti autorità tedesche di cui all’allegato V, 5.1.1., 5.1.2, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2, 5.6.2.
4. Sono altresì riconosciuti i titoli di formazione in medicina, che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di base e di medico specialista, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di veterinario, di ostetrica, di farmacista e di architetto che sono in possesso dei cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, e che sono stati rilasciati nell’ex Cecoslovacchia, o per i quali la corrispondente formazione è iniziata, per la Repubblica ceca e la Slovacchia, anteriormente al 1° gennaio 1993, qualora le autorità dell’uno o dell’altro Stato membro sopra indicato attestino che detti titoli di formazione hanno sul loro territorio la stessa validità giuridica dei titoli che esse rilasciano e, per quanto riguarda gli architetti, la stessa validità giuridica dei titoli menzionati, per detti Stati membri, all’allegato VI, punto 6), per quanto riguarda l’accesso e l’esercizio delle attivita’ professionali di medico con formazione di base, medico specialista, infermiere responsabile dell’assistenza generale, veterinario, ostetrica e farmacista, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 51, e di architetto, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 54. Detto attestato deve essere corredato da un certificato rilasciato dalle medesime autorità, il quale dimostri l’effettivo e lecito esercizio da parte dei cittadini in questione, nel territorio di questi, delle attivita’ in oggetto per almeno tre anni consecutivi nei cinque anni precedenti il rilascio del certificato.
5. Sono altresì riconosciuti ai sensi dell’articolo 31 i titoli di formazione in medicina, che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di base e di medico specialista, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di odontoiatra, di odontoiatra specialista, di veterinario, di ostetrica, di farmacista e di architetto che sono in possesso dei cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, e che sono stati rilasciati nell’ex Unione Sovietica, o per cui la corrispondente formazione è iniziata:
a) per l’Estonia, anteriormente al 20 agosto 1991;
b) per la Lettonia, anteriormente al 21 agosto 1991;
c) per la Lituania, anteriormente all’11 marzo 1990, qualora le autorità di uno dei tre Stati membri sopra citati attestino che detti titoli hanno sul loro territorio la stessa validità giuridica dei titoli che esse rilasciano e, per quanto riguarda gli architetti, la stessa validità giuridica dei titoli menzionati, per detti Stati membri, all’allegato VI, punto 6, per quanto riguarda l’accesso alle, e l’esercizio delle, attivita’ professionali di medico con formazione di base, medico specialista, infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista, dentista specialista, veterinario, ostetrica e farmacista, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 46, e di architetto, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 54. Detto attestato deve essere corredato da un certificato rilasciato dalle medesime autorità, il quale dimostri l’effettivo e lecito esercizio da parte dei cittadini in questione, nel territorio di questi, delle attivita’ in oggetto per almeno tre anni consecutivi nei cinque anni precedenti il rilascio del certificato.
6. Sono altresì ammessi al riconoscimento di cui all’articolo 31 i titoli di formazione in medicina, che danno accesso alle attivita’ professionali di medico con formazione di base e di medico specialista, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di odontoiatra, di odontoiatra specialista, di veterinario, di ostetrica, di farmacista e di architetto che sono in possesso dei cittadini di cui all’articolo 1 e che sono stati rilasciati nell’ex Jugoslavia, o per i quali la corrispondente formazione è iniziata, per la Slovenia, anteriormente al 25 giugno 1991, e, per la Croazia, anteriormente all’8 ottobre 1991, qualora le autorità degli Stati membri sopra citati attestino che detti titoli hanno sul loro territorio la stessa validità giuridica dei titoli che esse rilasciano e, per quanto riguarda gli architetti, la stessa validità giuridica dei titoli menzionati, per detti Stati membri, all’allegato VI, punto 6, per quanto riguarda l’accesso alle, e l’esercizio delle, attivita’ professionali di medico con formazione di base, medico specialista, infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista, dentista specialista, veterinario, ostetrica e farmacista, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 51, e di architetto, relativamente alle attivita’ di cui all’articolo 54. Detto attestato deve essere corredato da un certificato rilasciato dalle medesime autorità, il quale dimostri l’effettivo e lecito esercizio da parte dei cittadini di tali Stati membri, nel territorio di questi, delle attivita’ in questione per almeno tre anni consecutivi nei cinque anni precedenti il rilascio del certificato.
7. I titoli di formazione di medico, di infermiere responsabile dell’assistenza generale, di odontoiatra, di veterinario, di ostetrica e di farmacista rilasciati ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, da un altro Stato membro e che non corrispondono alle denominazioni che compaiono per tale Stato all’allegato V, 5.1.1, 5.1.2, 5.1.3, 5.1.4, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2, e 5.6.2 sono riconosciuti se accompagnati da un certificato rilasciato da autorità od organi competenti di detto Stato membro che attesti che tali titoli di formazione sanciscono il compimento di una formazione ai sensi degli articoli 33, 34, 36, 38, 41, 42, 44, 46 e 50 e che sono assimilati dallo Stato membro che li ha rilasciati a quelli le cui denominazioni appaiono nell’allegato V, punti 5.1.1, 5.1.2, 5.1.3, 5.1.4, 5.2.2, 5.3.2, 5.3.3, 5.4.2, 5.5.2 e 5.6.2.
Medico chirurgo
Art. 33. Formazione dei medici chirurghi
1. L’ammissione alla formazione di medico chirurgo è subordinata al possesso del diploma di scuola secondaria superiore, che dia accesso, per tali studi, alle università.
2. La formazione di medico chirurgo garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle seguenti conoscenze e competenze:
a) adeguate conoscenze delle scienze sulle quali si fonda l’arte medica, nonché una buona comprensione dei metodi scientifici, compresi i principi relativi alla misura delle funzioni biologiche, alla valutazione di fatti stabiliti scientificamente e all’analisi dei dati;
b) adeguate conoscenze della struttura, delle funzioni e del comportamento degli esseri umani, in buona salute e malati, nonché dei rapporti tra l’ambiente fisico e sociale dell’uomo ed il suo stato di salute;
c) adeguate conoscenze dei problemi e delle metodologie cliniche atte a sviluppare una concezione coerente della natura delle malattie mentali e fisiche, dei tre aspetti della medicina: prevenzione, diagnosi e terapia, nonché della riproduzione umana;
d) adeguata esperienza clinica acquisita sotto opportuno controllo in ospedale.
3. La formazione di cui al comma l comprende un percorso formativo di durata minima di cinque anni di studio complessivi, che possono essere espressi in aggiunta anche in crediti ECTS equivalenti, consistenti in almeno 5.500 ore di insegnamento teoriche e pratiche impartite in una università o sotto il controllo di una università.
4. Per coloro che hanno iniziato i loro studi prima del 1° gennaio 1972, la formazione di cui al comma 2 puo’ comportare una formazione pratica a livello universitario di 6 mesi effettuata a tempo pieno sotto il controllo delle autorità competenti.
5. Fermo restando il principio dell’invarianza della spesa, la formazione continua, ai sensi del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, assicura la formazione professionale e l’aggiornamento permanente di coloro che hanno completato i loro studi, per tutto l’arco della vita professionale.
1. L’ammissione alla formazione medica specializzata è subordinata al compimento e alla convalida di cinque anni di studi nel quadro del ciclo di formazione di cui all’articolo 33 durante i quali sono state acquisite appropriate conoscenze di medico chirurgo.
2. La formazione che permette di ottenere un diploma di medico chirurgo specialista nelle specializzazioni indicate nell’allegato V, punti 5.1.2, 5.1.3 risponde ai seguenti requisiti:
a) presupporre il conferimento e validità del titolo conseguito a seguito di un ciclo di formazione di cui all’articolo 33 nel corso del quale siano state acquisite adeguate conoscenze nel campo della medicina di base;
b) insegnamento teorico e pratico, effettuato in un centro universitario, un centro ospedaliero universitario o anche un istituto di cure sanitarie a tal fine autorizzato da autorità od organi competenti;
c) formazione a tempo pieno sotto il controllo delle autorità o enti competenti.
3. Il rilascio di un diploma di medico chirurgo specialista è subordinato al possesso di un diploma di medico chirurgo di cui all’allegato V, punto 5.1.1.
3-bis. Ai fini del conseguimento di un titolo di medico specialista possono essere previste esenzioni parziali per alcune parti dei corsi di formazione medica specialistica, elencati al punto 5.1.3 dell’allegato V, a condizione che dette parti siano gia’ state seguite in un altro corso di specializzazione figurante nell’elenco di cui al punto 5.1.3 dell’allegato V per il quale il professionista abbia gia’ ottenuto la qualifica professionale in uno Stato membro. L’esenzione non puo’ superare la meta’ della durata minima del corso di formazione medica specialistica in questione. Il Ministero della salute, per il tramite del Dipartimento delle politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, notifica alla Commissione e agli altri Stati membri la legislazione nazionale applicabile in materia per ognuna delle citate esenzioni parziali.
4. Le durate minime della formazione specialistica non possono essere inferiori a quelle indicate, per ciascuna di tale formazione, nell’allegato V, punto 5.1.3. 5. I titoli di formazione di medico specialista di cui all’articolo 31 sono quelli rilasciati dalle autorità od organi competenti di cui all’allegato V, punto 5.1.2 che corrispondono per la formazione specialistica in questione alle denominazioni vigenti negli Stati membri così come riportato all’allegato V, 5.1.3.
1. I cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, in possesso di un diploma di medico specialista di cui all’allegato V, punti 5.1.2 e 5.1.3 conseguito in un altro Stato membro, la cui formazione medico specialistica, svolta secondo le modalità del tempo parziale, era disciplinata da disposizioni legislative, regolamentari e amministrative vigenti alla data del 20 giugno 1975, che hanno iniziato la loro formazione di specialisti entro il 31 dicembre 1983, possono ottenere il riconoscimento del loro titolo di medico specialista, purché’ detto titolo di specializzazione sia accompagnato da un attestato rilasciato dall’autorità competente dello Stato membro presso cui è stato conseguito il titolo che certifichi l’effettivo e lecito esercizio da parte degli interessati dell’attività specialistica in questione per almeno tre anni consecutivi nei cinque precedenti il rilascio dell’attestato.
2. E’ riconosciuto il titolo di medico specialista rilasciato in Spagna ai medici, cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, che hanno completato una formazione specialistica prima del 1° gennaio 1995 anche se tale formazione non soddisfa i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 34, se ad esso si accompagna un certificato rilasciato dalle competenti autorità spagnole attestante che gli interessati hanno superato la prova di competenza professionale specifica organizzata nel contesto delle misure eccezionali di regolarizzazione di cui al decreto reale 1497/99, al fine di verificare se detti interessati possiedono un livello di conoscenze e di competenze comparabile a quello dei medici che possiedono titoli di medico specialista menzionati per la Spagna, all’allegato V, punti 5.1.2 e 5.1.3.
3. Laddove siano state abrogate le disposizioni legislative, regolamentari o amministrative sul rilascio dei titoli di formazione di medico specialista di cui all’allegato V, punti 5.1.2 e 5.1.3, e siano stati adottati a favore dei cittadini italiani provvedimenti sui diritti acquisiti, è riconosciuto ai cittadini degli altri Stati membri in possesso di un titolo di medico specialista conseguito in un Paese dell’Unione il diritto di beneficiare delle stesse misure, purché’ i titoli di formazione specialistica in loro possesso siano stati rilasciati dallo Stato di provenienza prima della data a partire dalla quale l’Italia ha cessato di rilasciare i titoli di formazione per la specializzazione interessata. Le date di abrogazione di queste disposizioni si trovano all’allegato V. 5.1.3.
3-bis. Il Ministero della salute, previi opportuni accertamenti, attesta il possesso delle qualifiche di medico specialista acquisite in Italia ed elencate ai punti 5.1.2 e 5.1.3 dell’allegato V, a chi ha iniziato la formazione specialistica in Italia dopo il 31 dicembre 1983 e prima del 1° gennaio 1991. L’attestato deve certificare che il medico specialista interessato ha effettivamente e in maniera legale esercitato l’attività di medico specialista in Italia, nella stessa area specialistica in questione, per almeno sette anni consecutivi durante i dieci anni che precedono il conferimento dell’attestato.
1. L’ammissione alla formazione specifica in medicina generale presuppone il compimento del ciclo di studi di cui all’articolo 33.
2. Il corso di formazione specifica in medicina generale della durata di almeno tre anni e’ riservato ai laureati in medicina e chirurgia, abilitati all’esercizio professionale.
3. Al termine del suddetto corso è rilasciato il diploma di formazione specifica in medicina generale.
4. Fatto salvo quanto indicato dall’articolo 24, comma 3, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, il corso di formazione specifica in medicina generale comporta un impegno dei partecipanti a tempo pieno con obbligo della frequenza alle attivita’ didattiche teoriche e pratiche, da svolgersi sotto il controllo delle regioni e province autonome. Il corso si conclude con il rilascio di un diploma di formazione in medicina generale da parte delle regioni e delle province autonome, conforme al modello predisposto con decreto del Ministro della salute.
5. La durata del corso di cui al comma 2, puo’ essere ridotta per un periodo massimo di un anno e comunque pari a quello della formazione pratica impartita durante il corso di laurea in medicina e chirurgia di cui all’articolo 33, se detta formazione e’ stata dispensata in un centro ospedaliero riconosciuto, che disponga di attrezzature e di servizi adeguati di medicina generale o nell’ambito di uno studio di medicina generale riconosciuto o in un centro riconosciuto in cui i medici dispensano cure primarie. All’inizio di ogni anno accademico, le università notificano l’attivazione di tali periodi di formazione al Ministero della salute e al Ministero dell’università e della ricerca. 6. Il corso di formazione specifica in medicina generale, che si svolge a tempo pieno sotto il controllo delle regioni e province autonome, è di natura più pratica che teorica.
1. Hanno altresì diritto ad esercitare l’attività professionale in qualità di medico di medicina generale i medici chirurghi abilitati all’esercizio professionale entro il 31 dicembre 1994.
2. Detto diritto è esteso ai medici, cittadini di un altro Stato membro già iscritti all’albo dei medici chirurghi ai sensi della legge 22 maggio 1978, n. 217, e che erano titolari, alla data del 31 dicembre 1996 di un rapporto convenzionale per l’attività di medico in medicina generale.
3. Ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, in possesso di un titolo di medico conseguito in uno Stato membro a seguito di un ciclo di formazione di cui all’articolo 33, titolari di diritti acquisiti nello Stato di origine o di provenienza secondo quanto stabilito da ciascuno Stato membro ed indicato nell’allegato V, punto 5.1.4, è riconosciuto il diritto di esercitare in Italia l’attività di medico di medicina generale senza il titolo di formazione di cui all’allegato V, punto 5.1.4.
4. I cittadini comunitari di cui al comma 3, titolari di diritti acquisiti, ai fini del suddetto riconoscimento devono produrre una certificazione rilasciata dall’autorità competente dello Stato membro di provenienza attestante il diritto di esercitare in detto Stato l’attivita’ di medico di medicina generale nel quadro del regime nazionale di previdenza sociale senza il titolo di formazione di cui all’allegato V, punto 5.1.4.
5. I medici di cui ai commi 1 e 2 che intendono esercitare l’attivita’ professionale in qualita’ di medico di medicina generale nel regime nazionale di sicurezza sociale di uno degli altri Stati membri anche se non sono in possesso di una formazione specifica in medicina generale devono chiedere il rilascio del relativo certificato al competente ordine provinciale dei medici chirurghi previa presentazione della documentazione comprovante i diritti acquisiti.
6. Il Ministero della salute fornisce a richiesta delle competenti autorita’ dei Paesi comunitari le informazioni inerenti alle istanze dei medici chirurghi italiani tendenti ad ottenere l’ammissione all’esercizio dell’attivita’ specifica in medicina generale nei Paesi dell’Unione europea e rilascia le certificazioni richieste, previa acquisizione della relativa documentazione.
Infermiere responsabile dell’assistenza generale
Art. 38. Formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale
1. L’ammissione alla formazione di infermiere responsabile dell’assistenza generale e’ subordinata:
a) al completamento di una formazione scolastica generale di dodici anni sancita da un diploma, attestato o altro titolo rilasciato da autorita’ od organi competenti di uno Stato membro, o da un certificato attestante il superamento di un esame di livello equivalente che dia accesso all’universita’ o a istituti di insegnamento superiore di un livello riconosciuto come equivalente;
o b) al completamento di una formazione scolastica generale di almeno dieci anni sancita da un diploma, attestato o altro titolo rilasciato da autorità od organi competenti di uno Stato membro, o da un certificato attestante il superamento di un esame di livello equivalente che dia accesso alle scuole professionali o ai programmi di formazione professionale per infermieri.
2. La formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale avviene a tempo pieno con un programma che corrisponde almeno a quello di cui all’allegato V, punto 5.2.1.
3. La formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale comprende almeno tre anni di studi complessivi, che possono essere espressi in aggiunta anche in crediti ECTS equivalenti, consistenti in almeno 4.600 ore d’insegnamento teorico e clinico. L’insegnamento teorico rappresenta almeno un terzo e quello clinico almeno la meta’ della durata minima della formazione. Possono essere accordate esenzioni parziali a persone che hanno acquisito parte di questa formazione nel quadro di altre formazioni di livello almeno equivalente.
4. L’istruzione teorica è la parte della formazione di infermiere dalla quale gli aspiranti infermieri apprendono le conoscenze, le abilita’ e le competenze professionali di cui ai commi 6 e 6-bis. La formazione e’ impartita da insegnanti di cure infermieristiche e da altro personale competente, in scuole per infermieri e in altri luoghi d’insegnamento scelti dall’ente di formazione.
5. L’insegnamento clinico è la parte di formazione di infermiere con cui il candidato infermiere apprende, nell’ambito di un gruppo e a diretto contatto con individui o collettivita’ sani o malati, a pianificare, dispensare e valutare le necessarie cure infermieristiche globali in base a conoscenze, abilita’ e competenze acquisite. Egli apprende non solo a lavorare come membro di un gruppo, ma anche a essere un capogruppo che organizza cure infermieristiche globali, e anche l’educazione alla salute per singoli individui e piccoli gruppi in seno all’istituzione sanitaria o alla collettivita’. L’istituzione incaricata della formazione d’infermiere e’ responsabile del coordinamento tra l’insegnamento teorico e quello clinico per tutto il programma di studi. L’attivita’ d’insegnamento ha luogo in ospedali e altre istituzioni sanitarie e nella collettivita’, sotto la responsabilita’ di infermieri insegnanti e con la cooperazione e l’assistenza di altri infermieri qualificati. All’attivita’ dell’insegnamento potra’ partecipare anche altro personale qualificato. I candidati infermieri partecipano alle attivita’ dei servizi in questione nella misura in cui queste contribuiscono alla loro formazione, consentendo loro di apprendere ad assumersi le responsabilita’ che le cure infermieristiche implicano.
6. La formazione di infermiere responsabile dell’assistenza generale garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle conoscenze e competenze seguenti:
a) un’estesa conoscenza delle scienze che sono alla base dell’assistenza infermieristica di carattere generale, compresa una sufficiente conoscenza dell’organismo, delle funzioni fisiologiche e del comportamento delle persone in buona salute e malate, nonche’ delle relazioni esistenti tra lo stato di salute e l’ambiente fisico e sociale dell’essere umano;
b) una conoscenza della natura e dell’etica della professione e dei principi generali riguardanti la salute e l’assistenza infermieristica;
c) un’adeguata esperienza clinica; tale esperienza, che deve essere scelta per il suo valore formativo, deve essere acquisita) sotto il controllo di personale infermieristico qualificato e in luoghi in cui il numero del personale qualificato e l’attrezzatura siano adeguati all’assistenza infermieristica dei pazienti;
d) la capacita’ di partecipare alla formazione del personale sanitario e un’esperienza di collaborazione con tale personale;
e) un’esperienza di collaborazione con altre persone che svolgono un’attivita’ nel settore sanitario.
6-bis. Il titolo di infermiere responsabile dell’assistenza generale sancisce la capacità del professionista in questione di applicare almeno le seguenti competenze, a prescindere dal fatto che la formazione si sia svolta in università, in istituti di insegnamento superiore di un livello riconosciuto come equivalente o in scuole professionali ovvero nell’ambito di programmi di formazione professionale infermieristica:
a) la competenza di individuare autonomamente le cure infermieristiche necessarie utilizzando le conoscenze teoriche e cliniche attuali nonche’ di pianificare, organizzare e prestare le cure infermieristiche nel trattamento dei pazienti, sulla base delle conoscenze e delle abilita’ acquisite ai sensi del comma 6, lettere a), b) e c), in un’ottica di miglioramento della pratica professionale;
b) la competenza di lavorare efficacemente con altri operatori del settore sanitario, anche per quanto concerne la partecipazione alla formazione pratica del personale sanitario sulla base delle conoscenze e delle abilita’ acquisite ai sensi del comma 6, lettere d) ed e);
c) la competenza di orientare individui, famiglie e gruppi verso stili di vita sani e l’autoterapia, sulla base delle conoscenze e delle abilita’ acquisite ai sensi del comma 6, lettere a) e b);
d) la competenza di avviare autonomamente misure immediate per il mantenimento in vita e di intervenire in situazioni di crisi e catastrofi;
e) la competenza di fornire autonomamente consigli, indicazioni e supporto alle persone bisognose di cure e alle loro figure di appoggio;
f) la competenza di garantire autonomamente la qualita’ delle cure infermieristiche e di valutarle;
g) la competenza di comunicare in modo esaustivo e professionale e di cooperare con gli esponenti di altre professioni del settore sanitario;
h) la competenza di analizzare la qualita’ dell’assistenza in un’ottica di miglioramento della propria pratica professionale come infermiere responsabile dell’assistenza generale.
1. Le attivita’ professionali d’infermiere responsabile dell’assistenza generale sono le attivita’ esercitate a titolo professionale e indicate nell’allegato V, punto 5.2.2.
1. Se agli infermieri responsabili dell’assistenza generale si applicano le norme generali sui diritti acquisiti, le attivita’ da essi svolte devono comprendere la piena responsabilita’ della programmazione, organizzazione e somministrazione delle cure infermieristiche ai pazienti.
1-bis. Ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, allo scopo di verificare che gli infermieri interessati siano in possesso di un livello di conoscenza e di competenza paragonabile a quello degli infermieri in possesso delle qualifiche di cui alla lista per la Polonia, al punto 5.2.2 dell’allegato V, sono riconosciuti i titoli di infermiere:
a) rilasciati in Polonia agli infermieri che abbiano completato anteriormente al 1º maggio 2004 la corrispondente formazione che non soddisfa i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 31;
b) attestati dal diploma di «licenza di infermiere» ottenuto sulla base di uno speciale programma di rivalorizzazione di cui: 1) all’articolo 11 della legge del 20 aprile 2004, che modifica la legge sulle professioni di infermiere e ostetrica e taluni altri atti giuridici (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2004 n. 92, pag. 885 e del 2007, n. 176, pag. 1237), e il regolamento del Ministro della sanita’ dell’11 maggio 2004 sulle condizioni dettagliate riguardanti i corsi impartiti agli infermieri e alle ostetriche, che sono titolari di un certificato di scuola secondaria (esame finale – maturita’) e che hanno conseguito un diploma di infermiere e di ostetrica presso un liceo medico o una scuola professionale medica (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2004, n. 110, pag. 1170 e del 2010, n. 65, pag. 420), o 2) all’articolo 52, paragrafo 3, della legge del 15 luglio 2011 relativa alle professioni di infermiere e ostetrica (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2011, n. 174, pag. 1039) e al regolamento del Ministro della sanita’ del 14 giugno 2012 sulle condizioni dettagliate riguardanti i corsi di istruzione universitaria impartiti agli infermieri e alle ostetriche che sono titolari di un certificato di scuola secondaria (esame finale – maturita’) e che hanno conseguito un diploma di infermiere e di ostetrica presso una scuola medica secondaria o un istituto di studi superiori (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2012, pag. 770).
1-ter. Per quanto riguarda la qualifica rumena di infermiere responsabile dell’assistenza generale, si applicano solo le seguenti disposizioni: ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, che hanno completato in Romania una formazione di infermiere responsabile dell’assistenza generale che non soddisfa i requisiti minimi di cui all’articolo 31, gli Stati membri riconoscono come prova sufficiente i seguenti titoli di formazione di infermiere responsabile dell’assistenza generale, a condizione che tale prova sia corredata di un certificato da cui risulti che i cittadini di Stati membri in questione hanno effettivamente esercitato in maniera legale l’attivita’ di infermiere responsabile dell’assistenza generale in Romania, con piena responsabilita’ anche per la pianificazione, l’organizzazione e la prestazione delle cure infermieristiche ai pazienti, per un periodo di almeno tre anni consecutivi nel corso dei cinque anni precedenti la data di emissione dei seguenti certificati:
a) “Certificat de competente profesionale de asistent medical generalist” conseguito mediante istruzione post-secondaria presso una “scoala postliceala”, da cui si evinca che la formazione e’ iniziata prima del 1° gennaio 2007;
b) “Diploma de absolvire de asistent medical generalist” conseguito a seguito di corso di laurea breve, da cui si evinca che la formazione e’ iniziata prima del 1° ottobre 2003;
c) “Diploma de licenta de asistent medical generalist” conseguito a seguito di corso di laurea specialistica, da cui si evinca che la formazione e’ iniziata prima del 1° ottobre 2003.
2. (COMMA SOPPRESSO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15).
3. (COMMA SOPPRESSO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15). 4. ((COMMA SOPPRESSO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15).
Odontoiatra
1. L’ammissione alla formazione di odontoiatra è subordinata al possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso, per tali studi, alle università.
2. La formazione dell’odontoiatra comprende un percorso di studi teorici e pratici della durata minima di cinque anni svolti a tempo pieno che possono essere espressi in aggiunta anche in crediti ECTS equivalenti e consiste in almeno 5.000 ore di insegnamento. Il programma di studi, che permette il conseguimento del diploma di laurea in odontoiatria e protesi dentaria, corrisponde almeno a quello di cui all’allegato V, punto 5.3.1. Detti studi sono effettuati presso un’università o sotto il controllo di un’università.
3. La formazione dell’odontoiatra garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle sottoelencate conoscenze e competenze:
a) adeguate conoscenze delle scienze sulle quali si fonda l’odontoiatria, nonché una buona comprensione dei metodi scientifici e, in particolare, dei principi relativi alla misura delle funzioni biologiche, alla valutazione di fatti stabiliti scientificamente e all’analisi dei dati;
b) adeguate conoscenze della costituzione, della fisiologia e del comportamento di persone sane e malate, nonché del modo in cui l’ambiente naturale e sociale influisce sullo stato di salute dell’uomo, nella misura in cui ciò sia correlato all’odontoiatria;
c) adeguate conoscenze della struttura e della funzione di denti, bocca, mascelle e dei relativi tessuti, sani e malati, nonché dei loro rapporti con lo stato generale di salute ed il benessere fisico e sociale del paziente;
d) adeguata conoscenza delle discipline e dei metodi clinici che forniscano un quadro coerente delle anomalie, lesioni e malattie dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti, nonché dell’odontoiatria sotto l’aspetto preventivo, diagnostico e terapeutico;
e) adeguata esperienza clinica acquisita sotto opportuno controllo.
4. La formazione di odontoiatra conferisce le competenze necessarie per esercitare tutte le attivita’ inerenti alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle anomalie e delle malattie dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti.
5. Le attivita’ professionali dell’odontoiatra sono stabilite dall’articolo 1 della legge 24 luglio 1985, n. 409.
1. L’ammissione alle scuole di specializzazione in odontoiatria presuppone il possesso di un diploma di laurea in odontoiatria e protesi dentaria, corredato della relativa abilitazione all’esercizio professionale. Tale diploma attesta il compimento con successo di cinque anni di studi teorici e pratici nell’ambito del ciclo di formazione di cui all’articolo 41.
2 Accedono alle scuole di specializzazione in odontoiatria di cui al comma 1 anche coloro i quali sono in possesso dei requisiti previsti agli articoli 32 e 43.
3. La formazione dell’odontoiatra specialista comprende un insegnamento teorico e pratico che si svolge presso una università, una azienda ospedaliera o un istituto accreditato a tale fine dalle università.
4. La formazione di odontoiatra specialista si svolge a tempo pieno, per un periodo non inferiore a tre anni, sotto il controllo delle autorità od organi competenti. Essa richiede la partecipazione personale dello specializzando alle attivita’ e responsabilità proprie della disciplina.
1. Ai fini dell’esercizio dell’attività professionale di odontoiatra di cui all’allegato V, punto 5.3.2, ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, in possesso di un titolo di medico rilasciato in Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania, che hanno iniziato la formazione in medicina entro la data indicata per ciascuno dei suddetti Stati nell’allegato V, punto 5.3.2, è riconosciuto il titolo di formazione di medico purché’ accompagnato da un attestato rilasciato dalla autorità competente dello Stato di provenienza.
2. Detto attestato deve certificare il contestuale rispetto delle sottoelencate condizioni:
a) che tali cittadini hanno esercitato effettivamente, lecitamente e a titolo principale nello Stato di provenienza l’attività professionale di odontoiatra, per almeno tre anni consecutivi nel corso dei cinque precedenti il rilascio dell’attestato;
b) che tali persone sono autorizzate a esercitare la suddetta attivita’ alle stesse condizioni dei titolari del titolo di formazione indicato per lo Stato di provenienza nell’allegato V, punto 5.3.2.
3. E’ dispensato dal requisito della pratica professionale di tre anni, di cui al comma 2, lettera a), chi ha portato a termine studi di almeno tre anni, che le autorità competenti dello Stato di provenienza dell’interessato certificano equivalenti alla formazione di cui all’articolo 41.
4. Per quanto riguarda la Repubblica Ceca e la Slovacchia, i titoli di formazione conseguiti nell’ex Cecoslovacchia sono riconosciuti al pari dei titoli di formazione cechi e slovacchi e alle stesse condizioni stabilite nei commi precedenti.
5. Il Ministero della salute, previi opportuni accertamenti ed in collaborazione con gli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, attesta il possesso dei titoli di formazione in medicina rilasciati in Italia a chi ha iniziato la formazione universitaria in medicina dopo il 28 gennaio 1980 e prima del 31 dicembre 1984. L’attestato deve certificare il rispetto delle tre seguenti condizioni:
a) che tali persone hanno superato la specifica prova attitudinale organizzata dalle competenti autorità italiane per verificare il possesso delle conoscenze e competenze di livello paragonabile a quelle dei possessori del titolo di formazione indicato per l’Italia all’allegato V, punto 5.3.2;
b) che tali persone hanno esercitato effettivamente, lecitamente e a titolo principale in Italia l’attività professionale di odontoiatra, per almeno tre anni consecutivi nel corso dei cinque precedenti il rilascio dell’attestato;
c) che tali persone sono autorizzate a esercitare o esercitano effettivamente, lecitamente e a titolo principale le attivita’ professionale di odontoiatra alle stesse condizioni dei possessori del titolo di formazione indicato per l’Italia all’allegato V, punto 5.3.2.
6. E’ dispensato dalla prova attitudinale, di cui al quinto comma, lettera a), chi ha portato a termine studi di almeno tre anni, che il Ministero della salute, previi gli opportuni accertamenti presso il Ministero dell’università e della ricerca ed in collaborazione con gli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri certificano equivalenti alla formazione di cui all’articolo 41. Sono equiparati ai predetti soggetti coloro che hanno iniziato la formazione universitaria in Italia di medico dopo il 31 dicembre 1984, purché’ i tre anni di studio sopra citati abbiano avuto inizio entro il 31 dicembre 1994.
6-bis. I titoli ufficiali di formazione di odontoiatra, ottenuti in uno Stato membro, sono riconosciuti, a norma dell’articolo 31 del presente decreto, ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, se hanno iniziato la propria formazione anteriormente al 18 gennaio 2016. 6-ter. Ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, sono riconosciuti i titoli di formazione in medicina rilasciati in Spagna ai professionisti che hanno iniziato la formazione universitaria in medicina tra il 1° gennaio 1986 e il 31 dicembre 1997, purché’ accompagnati da un attestato rilasciato dalle competenti autorità spagnole. Detto attestato deve confermare il rispetto delle tre condizioni che seguono:
a) il professionista interessato ha concluso proficuamente almeno tre anni di studio, certificato dalle competenti autorità spagnole come equivalenti alla formazione di cui all’articolo 41;
b) il professionista in questione ha esercitato effettivamente, in maniera legale e a titolo principale in Spagna le attivita’ di cui all’articolo 41, comma 4, per almeno tre anni consecutivi nel corso dei cinque precedenti il rilascio dell’attestato;
c) il professionista in questione è autorizzato a esercitare o esercita effettivamente, in maniera legale e a titolo principale le attivita’ di cui all’articolo 41, comma 4, alle stesse condizioni dei titolari del titolo di formazione indicato per la Spagna all’allegato V, punto 5.3.2.
Veterinario
Art. 44. Formazione del medico veterinario
1. L’ammissione alla formazione del medico veterinario e’ subordinata al possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso, per tali studi, alle Universita’.
2. Il diploma di laurea in medicina veterinaria si consegue a seguito di un corso di studi universitari teorici e pratici, della durata minima di cinque anni, svolti a tempo pieno, che possono essere in aggiunta anche espressi in crediti ECTS equivalenti, effettuati presso un’universita’ o sotto il controllo di un’universita’.
3. Il ciclo di formazione per il conseguimento del titolo di medico veterinario verte almeno sul programma indicato nell’allegato V, punto 5.4.1.
4. La formazione di medico veterinario garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle sottoelencate conoscenze e abilita’:
a) adeguate conoscenze delle scienze sulle quali si fondano le attivita’ di medico veterinario e della pertinente legislazione dell’Unione;
b) adeguate conoscenze dell’anatomia, delle funzioni, del comportamento e delle esigenze fisiologiche degli animali, nonche’ delle abilita’ e competenze richieste per il loro allevamento, la loro alimentazione, il loro benessere, la loro riproduzione e la loro igiene in generale;
c) abilita’ e competenze cliniche, epidemiologiche e analitiche necessarie ai fini della prevenzione, della diagnosi e delle terapie delle malattie degli animali, compresa anestesia, chirurgia asettica e morte senza dolore, sia individualmente che collettivamente, nonche’ una conoscenza specifica delle malattie trasmissibili all’uomo;
d) conoscenze, abilita’ e competenze necessarie all’utilizzo responsabile e ragionato dei prodotti medicinali veterinari, al fine di trattare e assicurare la sicurezza della catena alimentare e la protezione dell’ambiente;
e) adeguate conoscenze, abilita’ e competenze della medicina preventiva, tra cui competenze in materia di indagini e certificazione;
f) adeguate conoscenze dell’igiene e della tecnologia per ottenere, fabbricare e immettere in commercio i mangimi animali o i prodotti alimentari di origine animale destinati al consumo umano , incluse le abilita’ e competenze necessarie alla comprensione e spiegazione delle buone prassi in materia;
g) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15;
h) LETTERA ABROGATA DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15.
1. Fatto salvo l’articolo 32, ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, i cui titoli di formazione di veterinario sono stati rilasciati in Estonia o per i quali la corrispondente formazione e’ iniziata in tale Stato anteriormente al 1 maggio 2004 e’ riconosciuto il titolo di medico veterinario se corredato di un certificato rilasciato dall’autorita’ competente dell’Estonia attestante che detti cittadini hanno effettivamente e lecitamente svolto l’attivita’ professionale di medico veterinario in tale territorio per almeno cinque anni consecutivi nei sette anni precedenti il rilascio di detto certificato.
Ostetrica
Art. 46. Formazione di ostetrica
1. La formazione di ostetrica comprende almeno una delle formazioni che seguono:
a) una formazione specifica a tempo pieno di ostetrica di almeno 3 anni di studi teorici e pratici (possibilita’ I) vertente almeno sul programma di cui all’allegato V, punto 5.5.1.;
b) una formazione specifica a tempo pieno di ostetrica di 18 mesi (possibilita’ II), vertente almeno sul programma di cui all’allegato V, punto 5.5.1 le cui materie non siano comprese in un insegnamento equivalente per la formazione di infermiere responsabile dell’assistenza generale. L’ente incaricato della formazione delle ostetriche e’ responsabile del coordinamento tra teoria e pratica per tutto il programma di studi.
2. L’accesso alla formazione di ostetrica e’ subordinato a una delle condizioni che seguono:
a) compimento almeno dei primi dodici anni di formazione scolastica generale o possesso di un certificato che attesti il superamento di un esame, di livello equivalente, per l’ammissione a una scuola di ostetricia, per la possibilita’ I, o b) possesso di un titolo di formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale di cui all’allegato V, 5.5.1, per la possibilita’ II.
3. La formazione di ostetrica garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle conoscenze e competenze seguenti:
a) una conoscenza dettagliata delle scienze che sono alla base delle attivita’ di ostetrica, ed in special modo delle scienze ostetriche, dell’ostetricia e della ginecologia;
b) un’adeguata conoscenza della deontologia e della legislazione professionale;
c) conoscenza adeguata di nozioni di medicina generale (funzioni biologiche, anatomia e fisiologia) e di farmacologia nel settore dell’ostetricia e per quanto riguarda il neonato, nonche’ conoscenza dei nessi esistenti tra lo stato di salute e l’ambiente fisico e sociale dell’essere umano e del proprio comportamento;
d) esperienza clinica adeguata acquisita presso istituzioni approvate per cui l’ostetrica e’ in grado, in modo indipendente e sotto la propria responsabilita’, per quanto necessario e a esclusione del quadro patologico, di gestire l’assistenza prenatale, condurre il parto e le sue conseguenze in istituzioni approvate e controllare travaglio e nascita, assistenza postnatale e rianimazione neonatale in attesa dell’intervento di un medico;
e) una comprensione adeguata della formazione del personale sanitario e un’esperienza di collaborazione con tale personale.
1. I titoli di formazione di ostetrica di cui all’allegato V, punto 5.5.2, beneficiano del riconoscimento automatico ai sensi dell’articolo 31 se soddisfano uno dei seguenti requisiti:
a) una formazione a tempo pieno di ostetrica di almeno tre anni, che possono essere anche espressi, in aggiunta, in crediti ECTS equivalenti, consistente in almeno 4.600 ore di formazione teorica e pratica, di cui almeno un terzo della durata minima in pratica clinica diretta;
b) una formazione a tempo pieno di ostetrica di almeno due anni che possono essere anche espressi, in aggiunta, in crediti ECTS equivalenti, consistenti in almeno 3.600 ore subordinata al possesso di un titolo di formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale di cui all’allegato V, punto 5.2.2;
c) una formazione a tempo pieno di ostetrica di almeno 18 mesi che possono essere anche espressi, in aggiunta, in crediti ECTS equivalenti, consistente in almeno 3.000 ore subordinata al possesso di un titolo di formazione d’infermiere responsabile dell’assistenza generale di cui all’allegato V, 5.22 e seguita da una pratica professionale di un anno per la quale sia rilasciato un attestato ai sensi del comma 2.
2. L’attestato di cui al comma 1 e’ rilasciato dalle autorita’ competenti dello Stato membro d’origine e certifica che il titolare, dopo l’acquisizione del titolo di formazione di ostetrica, ha esercitato in modo soddisfacente, in un ospedale o in un istituto di cure sanitarie a tal fine autorizzato, tutte le attivita’ di ostetrica per il periodo corrispondente.
1. Le disposizioni della presente sezione si applicano alle attivita’ di ostetrica come definite dalla legislazione vigente, fatto salvo il comma 2, ed esercitate con i titoli professionali di cui all’allegato V, punto 5.5.2.
2. Le ostetriche sono autorizzate all’esercizio delle seguenti attivita’:
a) fornire una buona informazione e dare consigli per quanto concerne i problemi della pianificazione familiare;
b) accertare la gravidanza e in seguito sorvegliare la gravidanza normale, effettuare gli esami necessari al controllo dell’evoluzione della gravidanza normale;
c) prescrivere gli esami necessari per la diagnosi quanto piu’ precoce di gravidanze a rischio;
d) predisporre programmi di preparazione dei futuri genitori ai loro compiti, assicurare la preparazione completa al parto e fornire consigli in materia di igiene e di alimentazione;
e) assistere la partoriente durante il travaglio e sorvegliare lo stato del feto nell’utero con i mezzi clinici e tecnici appropriati;
f) praticare il parto normale, quando si tratti di presentazione del vertex, compresa, se necessario, l’episiotomia e, in caso di urgenza, praticare il parto nel caso di una presentazione podalica;
g) individuare nella madre o nel bambino i segni di anomalie che richiedono l’intervento di un medico e assistere quest’ultimo in caso d’intervento; prendere i provvedimenti d’urgenza che si impongono in assenza del medico e, in particolare, l’estrazione manuale della placenta seguita eventualmente dalla revisione uterina manuale;
h) esaminare il neonato e averne cura; prendere ogni iniziativa che s’imponga in caso di necessita’ e, eventualmente, praticare la rianimazione immediata;
i) assistere la partoriente, sorvegliare il puerperio e dare alla madre tutti i consigli utili affinche’ possa allevare il neonato nel modo migliore;
l) praticare le cure prescritte da un medico;
m) redigere i necessari rapporti scritti.
1. Viene riconosciuta come prova sufficiente per i cittadini degli altri Stati membri dell’Unione europea, i cui titoli di formazione in ostetricia soddisfano tutti i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 46 ma, ai sensi dell’articolo 47, sono riconoscibili solo se accompagnati dall’attestato di pratica professionale di cui al suddetto articolo 47, comma 2, i titoli di formazione rilasciati dagli Stati membri prima della data di riferimento di cui all’allegato V, punto 5.5.2, accompagnati da un attestato che certifichi l’effettivo e lecito esercizio da parte di questi cittadini delle attivita’ in questione per almeno due anni consecutivi nei cinque che precedono il rilascio dell’attestato. 1-bis. Ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, in possesso dei titoli di formazione in ostetricia, sono riconosciute automaticamente le qualifiche professionali se il richiedente ha iniziato la formazione prima del 18 gennaio 2016 e i criteri di ammissione prevedevano all’epoca dieci anni di formazione scolastica generale o un livello equivalente, per la possibilita’ I, oppure ha completato la formazione come infermiere responsabile dell’assistenza generale confermato da un titolo di formazione di cui all’allegato V, punto 5.2.2, prima di iniziare la formazione in ostetricia, nell’ambito della possibilita’ II.
2. Le condizioni di cui al comma 1 si applicano ai cittadini degli Stati membri i cui titoli di formazione in ostetricia sanciscono una formazione acquisita sul territorio della ex Repubblica democratica tedesca e che soddisfa tutti i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 46, ma, ai sensi dell’articolo 47, sono riconoscibili solo se accompagnati dall’attestato di pratica professionale di cui all’articolo 47, comma 2, se sanciscono una formazione iniziata prima del 3 ottobre 1990.
3. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15.
4. Ai cittadini di cui all’articolo 2, comma 1, allo scopo di verificare che le ostetriche interessate sono in possesso di un livello di conoscenze e di competenze paragonabili a quello delle ostetriche in possesso delle qualifiche di cui alla lista per la Polonia all’allegato V, punto 5.5.2, sono riconosciuti i titoli di ostetrica che sono stati rilasciati in Polonia a ostetriche che hanno completato anteriormente al 1° maggio 2004 la corrispondente formazione, che non soddisfa i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 40, sancita dal titolo di «licenza di ostetrica» ottenuto sulla base di uno speciale programma di aggiornamento di cui:
a) all’articolo 11 della legge del 20 aprile 2004 che modifica la legge sulle professioni di infermiere e ostetrica e taluni altri atti giuridici (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2004 n. 92, pag. 885 e del 2007, n. 176, pag. 1237) e al regolamento del Ministro della sanita’ dell’11 maggio 2004 sulle condizioni dettagliate riguardanti i corsi impartiti agli infermieri e alle ostetriche, che sono titolari di un certificato di scuola secondaria (esame finale – maturita’) e che hanno conseguito un diploma presso un liceo medico o una scuola professionale medica per l’insegnamento di una professione di infermiere e ostetrica (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2004, n. 110, pag. 1170 e del 2010, n. 65, pag. 420), o
b) all’articolo 53, paragrafo 3, della legge del 15 luglio 2011 relativa alle professioni di infermiere e ostetrica (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2011, n. 174, pag. 1039) e al regolamento del Ministro della sanita’ del 14 giugno 2012 sulle condizioni dettagliate riguardanti i corsi di insegnamento universitario impartiti agli infermieri e alle ostetriche, che sono titolari di un certificato di scuola secondaria (esame finale – maturita’) e che hanno conseguito un diploma di infermiere e di ostetrica presso una scuola medica secondaria o un istituto di studi superiori per l’insegnamento di una professione di infermiere e ostetrica (Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Polonia del 2012, pag. 770).
5. Per i cittadini degli Stati membri i cui titoli di formazione in ostetricia (asistent medical obstetricã-ginecologie) sono stati rilasciati dalla Romania anteriormente alla data di adesione all’Unione europea e la cui formazione non soddisfa i requisiti minimi di formazione di cui all’articolo 46, detti titoli sono riconosciuti come prova sufficiente ai fini dell’esercizio delle attivita’ di ostetrica, se corredati da un attestato il quale dimostri l’effettivo e lecito esercizio da parte degli interessati, nel territorio della Romania, delle attivita’ di ostetrica per un periodo di almeno cinque anni consecutivi nei sette anni precedenti il rilascio del certificato.
5-bis. I diritti acquisiti in ostetricia non si applicano ai seguenti titoli ottenuti in Croazia anteriormente al 1° luglio 2013: visa medicinska sestra ginekolosko-opstetrickog smjera (infermiere di livello superiore in area ostetrico-ginecologica), medicinska sestra ginekolosko-opstetrickog smjera (infermiere in area ostetrico-ginecologica), visa medicinska sestra primaljskog smjera (infermiere di livello superiore con diploma in ostetricia), medicinska sestra primaljskog smjera (infermiere con diploma in ostetricia), ginekolosko-opstetricka primalja (ostetrica in area ostetrico-ginecologica) e primalja (ostetrica).
Farmacista
1. L’ammissione alla formazione di farmacista e’ subordinata al possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso, per tali studi, alle universita’.
2. Il titolo di formazione di farmacista sancisce una formazione della durata di almeno cinque anni che puo’ essere anche espressa in aggiunta in crediti ECTS equivalenti, di cui almeno:
a) quattro anni d’insegnamento teorico e pratico a tempo pieno in una universita’, un istituto superiore di livello riconosciuto equivalente o sotto la sorveglianza di una universita’;
b) durante o al termine della formazione teorica e pratica, sei mesi di tirocinio in una farmacia aperta al pubblico o in un ospedale sotto la sorveglianza del servizio farmaceutico di quest’ultimo. Tale ciclo di formazione verte almeno sul programma di cui all’allegato V, punto 5.6.1.
3. La formazione di farmacista garantisce l’acquisizione da parte dell’interessato delle sottoelencate conoscenze e competenze:
a) un’adeguata conoscenza dei medicinali e delle sostanze utilizzate per la loro fabbricazione;
b) un’adeguata conoscenza della tecnologia farmaceutica e del controllo fisico, chimico, biologico e microbiologico dei medicinali;
c) un’adeguata conoscenza del metabolismo e degli effetti dei medicinali, nonche’ dell’azione delle sostanze tossiche e dell’utilizzazione dei medicinali stessi;
d) un’adeguata conoscenza che consenta di valutare i dati scientifici concernenti i medicinali in modo da potere su tale base fornire le informazioni appropriate;
e) un’adeguata conoscenza delle norme e delle condizioni che disciplinano l’esercizio delle attivita’ farmaceutiche.
1. I titolari del titolo di formazione universitaria di farmacista, corredato del diploma di abilitazione all’esercizio della professione di cui allegato V, punto 5.6.2, che soddisfi le condizioni di formazione di cui all’articolo 50, sono autorizzati ad accedere e ad esercitare almeno le sottoelencate attivita’, fermo restando le disposizioni che prevedono, nell’ordinamento nazionale, ulteriori requisiti per l’esercizio delle stesse:
a) preparazione della forma farmaceutica dei medicinali;
b) fabbricazione e controllo dei medicinali;
c) controllo dei medicinali in un laboratorio di controllo dei medicinali;
d) immagazzinamento, conservazione e distribuzione dei medicinali nella fase di commercio all’ingrosso;
e) approvvigionamento, preparazione, controllo, immagazzinamento, distribuzione e consegna di medicinali sicuri e di qualita’ nelle farmacie aperte al pubblico;
f) preparazione, controllo, immagazzinamento e distribuzione dei medicinali negli ospedali;
g) diffusione di informazioni e consigli sui medicinali in quanto tali, compreso il loro uso corretto;
g-bis) segnalazione alle autorita’ competenti degli effetti indesiderati dei prodotti farmaceutici;
g-ter) accompagnamento personalizzato dei pazienti che praticano l’automedicazione;
g-quater) contributo a campagne istituzionali di sanita’ pubblica.
Architetto
Art. 52. Formazione di architetto
1. La formazione di un architetto prevede alternativamente:
a) almeno cinque anni di studi a tempo pieno, in un’universita’ o un istituto di insegnamento comparabile, sanciti dal superamento di un esame di livello universitario;
b) non meno di quattro anni di studi a tempo pieno, in un’universita’ o un istituto di insegnamento comparabile, sanciti dal superamento di un esame di livello universitario, accompagnati da un attestato che certifica il completamento di due anni di tirocinio professionale a norma del comma 4.
1-bis. L’architettura deve essere l’elemento principale della formazione di cui al comma 1. Questo insegnamento deve mantenere un equilibrio tra gli aspetti teorici e pratici della formazione in architettura e deve garantire almeno l’acquisizione delle seguenti conoscenze, abilita’ e competenze:
a) capacita’ di realizzare progetti architettonici che soddisfino le esigenze estetiche e tecniche;
b) adeguata conoscenza della storia e delle teorie dell’architettura nonche’ delle arti, tecnologie e scienze umane a essa attinenti;
c) conoscenza delle belle arti in quanto fattori che possono influire sulla qualita’ della concezione architettonica;
d) adeguata conoscenza in materia di urbanistica, pianificazione e tecniche applicate nel processo di pianificazione;
e) capacita’ di cogliere i rapporti tra uomo e opere architettoniche e tra opere architettoniche e il loro ambiente, nonche’ la capacita’ di cogliere la necessita’ di adeguare tra loro opere architettoniche e spazi, in funzione dei bisogni e della misura dell’uomo;
f) capacita’ di capire l’importanza della professione e delle funzioni dell’architetto nella societa’, in particolare elaborando progetti che tengano conto dei fattori sociali;
g) conoscenza dei metodi d’indagine e di preparazione del progetto di costruzione;
h) conoscenza dei problemi di concezione strutturale, di costruzione e di ingegneria civile connessi con la progettazione degli edifici;
i) conoscenza adeguata dei problemi fisici e delle tecnologie nonche’ della funzione degli edifici, in modo da renderli internamente confortevoli e proteggerli dai fattori climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile;
l) capacita’ tecnica che consenta di progettare edifici che rispondano alle esigenze degli utenti, nei limiti imposti dal fattore costo e dai regolamenti in materia di costruzione;
m) conoscenza adeguata delle industrie, organizzazioni, regolamentazioni e procedure necessarie per realizzare progetti di edifici e per l’integrazione dei piani nella pianificazione generale.
1-ter. Il numero di anni di insegnamento accademico di cui ai commi 1 e 1-bis puo’ essere anche espresso in aggiunta in crediti ECTS equivalenti.
1-quater. Il tirocinio professionale di cui al comma 1, lettera b), deve aver luogo solo dopo il completamento dei primi tre anni di insegnamento accademico. Almeno un anno del tirocinio professionale deve fare riferimento alle conoscenze, abilita’ e competenze acquisite nel corso dell’insegnamento di cui al comma 1-bis. A tal fine il tirocinio professionale deve essere effettuato sotto la supervisione di un professionista o di un organismo professionale autorizzato dall’autorita’ competente di cui all’articolo 5. Detto tirocinio puo’ essere anche effettuato in un altro Stato membro a condizione che si attenga alle linee guida sul tirocinio pubblicate dal Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca. Il tirocinio professionale e’ valutato dall’autorita’ competente di cui all’articolo 5.
1. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15.
2. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15.
3. In deroga all’articolo 52, e’ riconosciuta soddisfacente ai sensi dell’articolo 31 anche la formazione acquisita nel quadro della promozione sociale o di studi universitari a tempo parziale, nonche’ la formazione sancita dal superamento di un esame in architettura da parte di chi lavori da sette anni o piu’ nel settore dell’architettura sotto il controllo di un architetto o di un ufficio di architetti. L’esame deve essere di livello universitario ed equivalente all’esame finale di cui all’articolo 52, comma 1, lettera b).
1. Il riconoscimento attribuisce ai diplomi, certificati ed altri titoli, la stessa efficacia dei diplomi rilasciati dallo Stato italiano per l’accesso all’attivita’ nel settore dell’architettura e per il suo esercizio con il titolo professionale di architetto.
2. Il riconoscimento attribuisce il diritto di far uso del titolo di architetto secondo la legge italiana e consente di far uso del titolo riconosciuto e della relativa abbreviazione, secondo la legge dello Stato membro di origine o di provenienza e nella lingua di questi.
1. Sono riconosciuti i titoli di formazione di architetto, di cui all’allegato VI, punto 6, rilasciati dagli Stati membri, che sanciscono una formazione iniziata entro l’anno accademico di riferimento di cui al suddetto allegato, anche se non soddisfano i requisiti minimi di cui all’articolo 52, attribuendo loro ai fini dell’accesso e dell’esercizio delle attivita’ professionali di architetto, lo stesso effetto sul suo territorio dei titoli di formazione di architetto che esso rilascia.
1-bis. Il comma 1 si applica, inoltre, ai titoli di formazione di architetto di cui all’allegato V, qualora la formazione abbia avuto inizio prima del 18 gennaio 2016.
2. Sono riconosciuti gli attestati delle autorita’ competenti della Repubblica federale di Germania che sanciscono la rispettiva equivalenza tra i titoli di formazione rilasciati a partire dell’8 maggio 1945 dalle autorita’ competenti della Repubblica democratica tedesca e quelli al suddetto allegato.
2-bis. Fatti salvi i commi 1 e 2, sono riconosciuti, attribuendo loro gli stessi effetti dei titoli di formazione rilasciati sul territorio italiano per accedere ed esercitare l’attivita’ professionale di architetto, con il titolo professionale di architetto, gli attestati rilasciati ai cittadini degli Stati membri da Stati membri che dispongono di norme per l’accesso e l’esercizio dell’attivita’ di architetto, alle seguenti date:
a) 1° gennaio 1995 per Austria, Finlandia e Svezia;
b) 1° gennaio 2004 per la Repubblica ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Slovacchia;
c) 1° luglio 2013 per la Croazia;
d) 5 agosto 1987 per gli altri Stati membri.
2-ter. Gli attestati di cui al comma 1 certificano che il loro titolare e’ stato autorizzato a usare il titolo professionale di architetto entro tale data e, nel quadro di tali norme, ha effettivamente esercitato l’attivita’ in questione per almeno tre anni consecutivi nel corso dei cinque anni precedenti il rilascio dell’attestato.
2-quater. Ai fini dell’accesso e dell’esercizio delle attivita’ professionali di architetto, sono riconosciuti titoli di completamento della formazione vigente al 5 agosto 1985 e iniziata non oltre il 17 gennaio 2014, impartita da «Fachhochschulen» nella Repubblica federale di Germania per un periodo di tre anni, conforme ai requisiti di cui all’articolo 52, comma 2, e idonea all’accesso alle attivita’ esercitate in detto Stato membro con il titolo professionale di «architetto» purche’ la formazione sia completata da un periodo di esperienza professionale di 4 anni, nella Repubblica federale di Germania, attestato da un certificato rilasciato dall’autorita’ competente cui e’ iscritto l’architetto che desidera beneficiare delle disposizioni del presente decreto.
1. Ai fini del riconoscimento in altri Stati dell’Unione europea o negli altri Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, il Ministero dell’universita’ e della ricerca certifica il valore abilitante all’esercizio della professione dei titoli conseguiti in Italia.Art. 57. Servizi di informazione
1. I Consigli dell’ordine degli architetti, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’ordine degli architetti, forniscono agli interessati le necessarie informazioni sulla legislazione e deontologia professionale.
2. Gli ordini possono attivare corsi, con oneri a carico degli interessati, per fornire loro le conoscenze linguistiche necessarie all’esercizio dell’attivita’ professionale.
Art. 58. Regolamento
1. Con decreto del Ministro dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro della giustizia, da adottarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, ai sensi dell’articolo 17, commi 3 e 4, legge 23 agosto 1988, n. 400, saranno emanate ulteriori norme ad integrazione della disciplina dei procedimenti di riconoscimento e di iscrizione all’albo od al registro e sulla tenuta di questo.
Capo IV-bis
Riconoscimento automatico sulla base di principi di formazione comuni
Art. 58-bis. Quadro comune di formazione
1. Si definisce quadro comune di formazione l’insieme delle conoscenze, abilità e competenze minime necessarie per l’esercizio di una determinata professione.
2. Il quadro comune di formazione, stabilito con atto delegato della Commissione europea, non si sostituisce ai programmi nazionali di formazione. Ai fini dell’accesso e dell’esercizio della professione le autorità competenti di cui all’articolo 5 accordano alle qualifiche professionali acquisite sulla base di detto quadro comune gli stessi effetti riconosciuti ai titoli di formazione rilasciati sul territorio nazionale.
3. La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee, coordinando le Autorita’ competenti di cui all’articolo 5, notifica alla Commissione europea, entro sei mesi dall’entrata in vigore dell’atto delegato di cui al comma 2, le qualifiche nazionali e, se del caso, i titoli professionali nazionali conformi al quadro di formazione comune o la richiesta di deroga conforme alle disposizioni di cui al comma 4, corredata di una motivazione che specifichi quali condizioni previste da tale comma siano state soddisfatte. Se entro tre mesi la Commissione richiede ulteriori chiarimenti, ritenendo le motivazioni fornite insufficienti, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee, coordinando le Autorita’ competenti di cui all’articolo 5, trasmette la replica entro tre mesi dalla richiesta.
4. E’ possibile chiedere la deroga all’introduzione di un quadro comune di formazione e all’obbligo di rilasciare il riconoscimento automatico delle qualifiche professionali acquisito a titolo del quadro di formazione comune ove sia soddisfatta una delle seguenti condizioni:
a) non esistono istituzioni di insegnamento o formazione che offrono formazione per la professione in questione su tutto il territorio nazionale;
b) l’introduzione del quadro di formazione comune avrebbe effetti avversi sull’organizzazione del sistema nazionale di istruzione e formazione professionale;
c) sussistono differenze sostanziali tra il quadro di formazione comune e la formazione richiesta nel territorio nazionale, con gravi rischi per l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza, la salute pubblica o la sicurezza dei destinatari dei servizi o la protezione dell’ambiente.
5. Le qualifiche e i titoli professionali nazionali che fruiscono del riconoscimento automatico ai sensi del quadro di formazione comune sono elencate nel regolamento di esecuzione della Commissione europea sui quadri comuni di formazione adottato ai sensi dell’articolo 49-bis, paragrafo 6, della direttiva 2013/55/UE.
Art. 58-ter. Prove di formazione comuni
1. Per prova di formazione comune si intende una prova attitudinale standardizzata disponibile tra gli Stati membri partecipanti e riservata ai titolari di determinate qualifiche professionali. Il superamento di detta prova in uno Stato membro abilita il titolare di una determinata qualifica professionale all’esercizio della professione nel territorio italiano alle stesse condizioni applicabili ai possessori di qualifiche professionali acquisite sul territorio nazionale.
2. I contenuti di una prova professionale comune e le condizioni per prendervi parte e superarla sono fissati con atto delegato della Commissione europea.
3. La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee, coordinando le Autorita’ competenti di cui all’articolo 5, notifica, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore dell’atto delegato di cui al comma 2, la capacita’ organizzativa per effettuare dette prove o la richiesta di deroga conforme alle disposizioni di cui al comma 4, corredata di una motivazione in relazione a quali condizioni previste da tale comma siano state soddisfatte. Se entro tre mesi la Commissione europea richiede ulteriori chiarimenti, ritenendo le motivazioni fornite insufficienti, la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee, coordinando le Autorita’ competenti di cui all’articolo 5, trasmette la replica entro tre mesi dalla richiesta.
4. E’ possibile chiedere la deroga dall’obbligo di organizzare una prova di formazione comune di cui al comma 2 e dall’obbligo di rilasciare il riconoscimento automatico ai professionisti che hanno superato la prova di formazione comune, ove sia soddisfatta una delle seguenti condizioni:
a) la professione in questione non e’ regolamentata nel suo territorio;
b) i contenuti della prova di formazione comune non attenuano in misura adeguata gravi rischi per la salute pubblica o la sicurezza dei destinatari dei servizi corrispondenti nel territorio nazionale;
c) i contenuti della prova di formazione comune renderebbero l’accesso alla professione significativamente meno attraente rispetto ai requisiti nazionali.
5. L’elenco degli Stati membri in cui devono essere organizzate le prove di formazione comuni di cui al comma 2, la frequenza nel corso dell’anno e altri dettagli necessari all’organizzazione di prove di formazione comuni sono contenuti nel regolamento di esecuzione della Commissione sulle prove di formazione comuni adottato ai sensi dell’articolo 49-ter, paragrafo 6, della direttiva 2013/55/UE.
Titolo IV
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 59. Libera prestazione di servizi per l’attività di guida turistica e di accompagnatore turistico
1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro per le politiche europee, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e secondo le modalità di cui all’articolo 2, comma 4, della legge 29 marzo 2001 n. 135, possono essere adottati, nel rispetto del diritto comunitario e dell’articolo 9, comma 3, criteri per rendere uniformi le valutazioni ai fini della verifica della occasionalità e della temporaneità delle prestazioni professionali per l’attività di guida turistica e di accompagnatore turistico.
Art. 59-bis. Accesso centralizzato online alle informazioni
1. Le autorità competenti di cui all’articolo 5 garantiscono che le seguenti informazioni siano disponibili online attraverso il punto di contatto unico, di cui all’articolo 25 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, e che siano regolarmente aggiornate:
a) l’elenco di tutte le professioni regolamentate, che reca gli estremi delle autorità competenti per ciascuna professione regolamentata e dei centri di assistenza di cui all’articolo 6;
b) l’elenco delle professioni per le quali e’ disponibile una tessera professionale europea, con indicazione delle modalità di funzionamento della tessera, compresi i diritti a carico dei professionisti e delle autorità competenti per il rilascio;
c) l’elenco di tutte le professioni per le quali si applica l’articolo 11;
d) l’elenco delle formazioni regolamentate e delle formazioni a struttura particolare di cui all’articolo 19, comma 1, lettera c), numero 2);
e) i requisiti e le procedure indicati agli articoli 7, 11, 16 e 17 per le professioni regolamentate, compresi i diritti da corrispondere e i documenti da presentare alle autorità competenti;
f) le modalità di ricorso, conformemente alle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative, avverso le decisioni delle autorità competenti adottate ai sensi del presente decreto.
Art. 59-ter. Trasparenza
1. La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee notifica alla Commissione europea:
a) le eventuali modifiche apportate all’elenco nazionale delle professioni regolamentate e all’elenco nazionale delle tipologie regolamentate di istruzione e formazione, nonché di formazione con una struttura particolare, di cui all’articolo 19, comma 1, lettera c), numero 2), già inserite nella banca dati della Commissione europea;
b) le eventuali modifiche all’elenco nazionale delle professioni, già inserite nella banca dati della Commissione europea, per le quali è necessaria una verifica preliminare delle qualifiche ai sensi dell’articolo 11, corredate da specifica motivazione.
2. Ogni due anni la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche europee trasmette alla Commissione europea una relazione sui requisiti, stabiliti dalla legislazione nazionale per limitare l’accesso a una professione o il suo esercizio ai possessori di una specifica qualifica professionale, inclusi l’impiego di titoli professionali e le attivita’ professionali autorizzate in base a tale titolo, che sono stati eliminati o resi meno rigidi.
3. Entro sei mesi dalla loro adozione, la Presidenza del Consiglio – Dipartimento per le politiche europee trasmette alla Commissione europea informazioni sui nuovi requisiti di cui al comma 2 introdotti e sui motivi per ritenerli conformi ai seguenti principi:
a) i requisiti non devono essere direttamente o indirettamente discriminatori sulla base della nazionalità o del luogo di residenza;
b) i requisiti devono essere giustificati da un motivo imperativo di interesse generale;
c) i requisiti devono essere tali da garantire il raggiungimento dell’obiettivo perseguito e non vanno al di là di quanto è necessario per raggiungere tale obiettivo.
Art. 60. Abrogazioni
1. A fare data dall’entrata in vigore del presente decreto, è abrogato il comma 5 dell’articolo 201 del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, recante codice della proprietà industriale.
2. A fare data dall’entrata in vigore del presente decreto sono abrogati il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 115, il decreto legislativo 2 maggio 1994, n. 319, ed il decreto legislativo 20 settembre 2002, n. 229.
3. Il riferimento ai decreti legislativi 27 gennaio 1992, n. 115, e 2 maggio 1994, n. 319, contenuto nell’articolo 49, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, si intende fatto al titolo III del presente decreto; tuttavia resta attribuito all’autorità competente di cui all’articolo 5 la scelta della eventuale misura compensativa da applicare al richiedente.
4. Ogni riferimento contenuto in vigenti disposizioni di legge ai decreti legislativi 27 gennaio 1992, n. 115, 2 maggio 1994, n. 319, e 20 settembre 2002, n. 229, si intende fatto alle corrispondenti disposizioni del presente decreto.
Art. 61. Clausola di invarianza finanziaria
1. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Alle attivita’ previste dal presente decreto i soggetti pubblici interessati provvedono con le risorse finanziarie, umane e strumentali previste dalla legislazione vigente.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 9 novembre 2007
NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Bonino, Ministro per le politiche europee
Fioroni, Ministro della pubblica istruzione
Mussi, Ministro dell’università e della ricerca
Turco, Ministro della salute
Mastella, Ministro della giustizia
D’Alema, Ministro degli affari esteri
Padoa Schioppa, Ministro dell’economia e delle finanze
Damiano, Ministro del lavoro e della previdenza sociale
Bersani, Ministro dello sviluppo economico
Rutelli, Ministro per i beni e le attivita’ culturali
Bianchi, Ministro dei trasporti
Lanzillotta, Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali
Visto, il Guardasigilli: Mastella
Allegato I Parte di provvedimento in formato grafico
Allegato II ALLEGATO ABROGATO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15
Allegato III ALLEGATO ABROGATO DAL D.LGS. 28 GENNAIO 2016, N. 15
Allegato IV Parte di provvedimento in formato grafico
Allegato V Parte di provvedimento in formato grafico ((3)) ------------- AGGIORNAMENTO (3) La L. 30 ottobre 2014, n. 161, ha disposto (con l'art. 28, comma 1) che " All'allegato V del decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206: a) la sezione V.1. e' modificata come segue: i) nella tabella, al punto 5.1.1. dopo la voce relativa alla Francia, e' inserito quanto segue: +--------------+--------------------------+----------------+--------+ | | |Medicinski | | | | |fakulteti | | | |Diploma "doktor |sveučilišta u | 1°| | |medicine/doktorica |Republici | luglio| |«Hrvatska |medicine" |Hrvatskoj | 2013»;| +--------------+--------------------------+----------------+--------+ ii) nella tabella, al punto 5.1.2 dopo la voce relativa alla Francia, e' inserito quanto segue: +--------------+------------------------+------------------+--------+ | |Diploma o |Ministarstvo | 1°| | |specijalističkom |nadležno za | luglio| |«Hrvatska |usavršavanju |zdravstvo | 2013»;| +--------------+------------------------+------------------+--------+ iii) nelle tabelle, al punto 5.1.3 dopo le voci relative alla Francia, sono inserite le rispettive voci: - nella tabella relativa a «Anestesia» e «Chirurgia generale»: +-----------------+-----------------------------+-------------------+ | |Anesteziologija, | | | |reanimatologija i intenzivna | | |«Hrvatska |medicina |Opča kirurgija», | +-----------------+-----------------------------+-------------------+ - nella tabella relativa a «Neurochirurgia» e «Ostetricia e ginecologia»: +----------------+-------------------------+------------------------+ | | |Ginekologija i | |«Hrvatska |Neurokirurgija |opstetricija», | +----------------+-------------------------+------------------------+ - nella tabella relativa a «Medicina interna» e «Oftalmologia»: +-------------------+-----------------+---------------------------+ | |Opča interna |Oftalmologija i | |«Hrvatska |medicina |optometrija», | +-------------------+-----------------+---------------------------+ - nella tabella relativa a «Otorinolaringoiatria» e «Pediatria»: +--------------+-------------------------------+--------------------+ |«Hrvatska |Otorinolaringologija |Pedijatrija», | +--------------+-------------------------------+--------------------+ - nella tabella relativa a «Malattie dell'apparato respiratorio» e «Urologia»: +-------------------+-----------------------+-----------------------+ |«Hrvatska |Pulmologija |Urologija», | +-------------------+-----------------------+-----------------------+ - nella tabella relativa a «Ortopedia» e «Anatomia patologica»: +-----------------+--------------------------+----------------------+ | |Ortopedija i | | |«Hrvatska |traumatologija |Patologija», | +-----------------+--------------------------+----------------------+ - nella tabella relativa a «Neurologia» e «Psichiatria»: +------------------+---------------------+--------------------------+ |«Hrvatska |Neurologija |Psihijatrija», | +------------------+---------------------+--------------------------+ - nella tabella relativa a «Radiodiagnostica» e «Radioterapia»: +-----------------+---------------------+---------------------------+ | | |Onkologija i | |«Hrvatska |Klinička radiologija |radioterapija», | +-----------------+---------------------+---------------------------+ - nella tabella relativa a «Chirurgia plastica» e «Biologia clinica»: +-------------------+---------------------------------+-------+ | |Plastična, rekonstrukcijska i | | |«Hrvatska |estetska kirurgija», | | +-------------------+---------------------------------+-------+ - nella tabella relativa a «Microbiologia-batteriologia» e «Biochimica clinica»: +-------------------+---------------------------------+-------+ |«Hrvatska |Klinička mikrobiologija», | | +-------------------+---------------------------------+-------+ - nella tabella relativa a «Immunologia» e «Chirurgia toracica»: +-------------------+---------------------------+-------+ | |Alergologija i klinička | | |«Hrvatska |imunologija», | | +-------------------+---------------------------+-------+ - nella tabella relativa a «Chirurgia pediatrica» e «Chirurgia vascolare»: +-------------------+-------------------+-----------------------+ |«Hrvatska |Dječja kirurgija |Vaskularna kirurgija», | +-------------------+-------------------+-----------------------+ - nella tabella relativa a «Cardiologia» e «Gastroenterologia»: +---------------+-------------------+-------------------------------+ |«Hrvatska |Kardiologija |Gastroenterologija», | +---------------+-------------------+-------------------------------+ - nella tabella relativa a «Reumatologia» e «Ematologia generale»: +-----------------+-----------------------+-------------------------+ |«Hrvatska |Reumatologija |Hematologija», | +-----------------+-----------------------+-------------------------+ - nella tabella relativa a «Endocrinologia» e «Fisioterapia»: +---------------+------------------------+--------------------------+ | |Endokrinologija i |Fizikalna medicina i | |«Hrvatska |dijabetologija |rehabilitacija». | +---------------+------------------------+--------------------------+ - nella tabella relativa a «Neuropsichiatria» e «Dermatologia e venereologia»: +-------------------+-------+-----------------------------+ | | |Dermatologija i | |«Hrvatska | |venerologija», | +-------------------+-------+-----------------------------+ - nella tabella relativa a «Radiologia» e «Psichiatria infantile»: +------------------+---------------------+--------------------------+ | | |Dječja i adolescentna | |«Hrvatska |Klinička radiologija |psihijatrija», | +------------------+---------------------+--------------------------+ - nella tabella relativa a «Geriatria» e «Malattie renali»: +-------------------+-------+---------------------------+ |«Hrvatska | |Nefrologija", | +-------------------+-------+---------------------------+ - nella tabella relativa a «Malattie infettive» e «Igiene e medicina preventiva»: +----------------+----------------------+---------------------------+ |«Hrvatska |Infektologija |Javnozdravstvena medicina»,| +----------------+----------------------+---------------------------+ - nella tabella relativa a «Farmacologia» e «Medicina del lavoro»: +-------------------+-----------------------------+-----------------+ | |Klinička farmakologija s |Medicina rada i | |«Hrvatska |toksikologijom |športa», | +-------------------+-----------------------------+-----------------+ - nella tabella relativa a «Allerglogia» e «Medicina nucleare»: +-------------------+-------------------------+---------------------+ | |Alergologija i klinička | | |«Hrvatska |imunologija |Nuklearna medicina», | +-------------------+-------------------------+---------------------+ - nella tabella relativa a «Chirurgia maxillo-facciale (formazione di base di medico)»: +-------------------+---------------------------------+-------+ |«Hrvatska |Maksilofacijalna kirurgija», | | +-------------------+---------------------------------+-------+ - nella tabella relativa a «Ematologia biologica»: +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska», | | | +-----------------------+-------+-------+ - nella tabella relativa a «Stomatologia» e «Dermatologia»: +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska», | | | +-----------------------+-------+-------+ - nella tabella relativa a «Venereologia" e «Medicina tropicale»: +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska», | | | +-----------------------+-------+-------+ - nella tabella relativa a "Chirurgia dell'apparato digerente» e "Medicina infortunistica»: +-------------------+-----------------------+---------------------+ |«Hrvatska |Abdominalna kirurgija |Hitna medicina», | +-------------------+-----------------------+---------------------+ - nella tabella relativa a «Neurofisiologia clinica» e «Chirurgia dentaria, della bocca e maxillo-facciale (formazione di base di medico e di dentista)»; +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska», | | | +-----------------------+-------+-------+ - nella tabella relativa a «Oncologia medica» e «Genetica medica»: +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska», | | | +-----------------------+-------+-------+ iv) nella tabella, al punto 5.1.4 dopo la voce relativa alla Francia, e' inserito quanto segue: +--------------+-------------------------+----------------+---------+ | |Diploma o |specijalist | | | |specijalističkom |obiteljske |1° luglio| |«Hrvatska |usavršavanju |medicine |2013"; | +--------------+-------------------------+----------------+---------+ b) nella tabella al punto 5.2.2 della sezione V.2, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito quanto segue: +-----------+----------+------------+------------------------+------+ | | |1. Srednje | | | | | |strukovne | | | | | |škole koje | | | | |1. Svjedo-|izvode | | | | |džba |program za | | | | |"medi- |stjecanje | | | | |cinska |kvali- | | | | |sestra |fikacije | | | | |opče |"medi- | | | | |niege/ |cinska | | | | |medi- |sestra opče | | | | |cinski |njege/ | | | | |tehničar |medicinski |1. medicinska sestra |1° | | |opče |tehničar |opče njege/medicinski |luglio| |«Hrvatska |njege" |opče njege" |tehnicar opče njege |2013";| +-----------+----------+------------+------------------------+------+ | | |2. Medi- | | | | |2. Svjedo-|cinski | | | | |džba |fakulteti | | | | |"prvo- |sveuči- | | | | |stupnik |lišta u | | | | |(bacca- |Republici | | | | |laureus) |Hrvatskoj | | | | |sestrin- |Sveuči- | | | | |stva |lišta u | | | | |prvostu- |Republici | | | | |pnica |Hrvatskoj | | | | |(bacca- |Veleu- |2. prvostupnik (bacca- | | | |laurea) |čilišta u |laureus) sestrinstva/ | | | |sestrin- |Republici |prvostupnica (bacca- | | | |stva" |Hrvatskoj |laurea) sestrinstva | | +-----------+----------+------------+------------------------+------+ c) nella tabella, al punto 5.3.2 della sezione V.3, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito qnanto segue: +---------+------------------+-----------------+-------------+------+ | | | |doktor | | | | | |dentalne | | | |Diploma "doktor |Fakulteti |medicine/ | | | |dentalne medi- |sveučilišta u |doktorica | 1°| | |cine/doktorica |Republici |dentalne |luglio| |«Hrvatska|dentalne medicine"|Hrvatskoj |medicine |2013";| +---------+------------------+-----------------+-------------+------+ d) nella tabella, al punto 5.4.2 della sezione V.4, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito quanto segue: +-----------+-------------------------+----------------------+------+ | |Diploma "doktor | | | | |veterinarske medicine/ | | 1°| | |doktorica veterinarske |Veterinarski fakultet |luglio| |«Hrvatska |medicine" |Sveučilišta u Zagrebu |2013";| +-----------+-------------------------+----------------------+------+ e) nella tabella, al punto 5.5.2 della sezione V.5, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito quanto segue: +---------+----------------+---------------+----------------+------+ | |Svjedodžba | | | | | |"prvostupnik | | | | | |(baccalaureus) | |prvostupnik | | | |primaljstva/ |- Medicinski |(baccalaureus) | | | |sveučilišna |fakulteti |primaljstva/ | | | |prvostupnica |sveučilišta u |prvostupnica |1° | | |(baccalaurea) |Republici |(baccalaurea) |luglio| |«Hrvatska|primaljstva" |Hrvatskoj |primaljstva |2013»;| +---------+----------------+---------------+----------------+------+ | | |- Sveučilišta | | | | | |u Republici | | | | | |Hrvatskoj | | | +---------+----------------+---------------+----------------+------+ | | |- Veleučilišta | | | | | |i visoke škole | | | | | |u Republici | | | | | |Hrvatskoj | | | +---------+----------------+---------------+----------------+------+ f) nella tabella, al punto 5.6.2 della sezione V.6, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito quanto segue: +------------+-------------+--------------------------------+-------+ | | |- Farmaceutsko-biokemiljski | | | |Diploma |fakultet Sveučilišta u Zagrebu -| | | |"magistar |Medicininski fakultet | | | |farmacije/ |Sveučilišta u Splitu - | 1°| | |magistra |Kemijsko-tehnološki fakultet | luglio| |«Hrvatska |farmacije" |Sveučilišta u Splitu | 2013»;| +------------+-------------+--------------------------------+-------+ g) nella tabella, al punto 5.7.1 della sezione V.7 dopo la voce relativa alla Francia, e' inserito quanto segue: +-----------------------+-------+-------+ |«Hrvatska»; | | | +-----------------------+-------+-------+
Allegato VI Parte di provvedimento in formato grafico ((3)) ------------- AGGIORNAMENTO (3) La L. 30 ottobre 2014, n. 161, ha disposto (con l'art. 28, comma 1) che " 2. All'allegato VI, dopo la voce relativa alla Francia e' inserito quanto segue: +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "magistar | | | |inženjer arhitekture i| | | |urbanizma/ magistra | | | |inženjerka arhitekture| | | |i urbanizma" | | | |rilasciato dalla | | | |Arhitektonski fakultet|terzo anno accademico dopo | |«Hrvatska|Sveučilišta u Zagrebu,|l'adesione» | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "magistar | | | |inženjer arhitekture/ | | | |magistra inženjerka | | | |arhitekture" | | | |rilasciato dalla | | | |Graďevinsko- | | | |arhitektonski | | | |fakultet Sveučilišta | | | |u Splitu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "magistar | | | |inženjer arhitekture/ | | | |magistra inženjerka | | | |arhitekture" | | | |rilasciato dalla | | | |Fakultet | | | |graďevinarstva, | | | |arhitekture i | | | |geodezije Sveučilišta | | | |u Splitu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "diplomirani| | | |inženjer arhitekture" | | | |rilasciato dalla | | | |Arhitektonski fakultet| | | |Sveučilišta u | | | |Zagrebu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "diplomirani| | | |inženjer arhitekture/ | | | |diplomirana inženjerka| | | |arhitekture" | | | |rilasciato dalla | | | |Graďevinsko- | | | |arhitektonski fakultet| | | |Sveučilišta u | | | |Splitu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "diplomirani| | | |inženjer arhitekture/ | | | |diplomirana inženjerka| | | |arhitekture" rilascia-| | | |to dalla Fakultet | | | |Graďevinarstva, | | | |arhitekture i | | | |geodezije Sveučilišta | | | |u Splitu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "diplomirani| | | |arhitektoski | | | |inženjer" rilasciato | | | |dalla Arhitektonski | | | |fakultet Sveučilišta | | | |u Zagrebu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "inženjer" | | | |rilasciato dalla | | | |Arhitektonski | | | |fakultet Sveučilišta | | | |u Zagrebu, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "inženjer" | | | |rilasciato dalla | | | |Arhitektonski | | | |graďevinsko-geodetski | | | |fakultet Sveučilišta | | | |u Zagrebu per gli | | | |studi compiuti alla | | | |Arhitektonski odjel | | | |Arhitektonsko- | | | |graďevinsko- | | | |geodetskog fakulteta, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "inženjer" | | | |rilasciato dalla | | | |Tehnički fakultet | | | |Sveučilišta u | | | |Zagrebu per gli studi | | | |compiuti alla | | | |Arhitektonski odsjek | | | |Tehničkog fakulteta, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "inženjer" | | | |rilasciato dalla | | | |Tehnički fakultet | | | |Sveučilišta u | | | |Zagrebu per gli studi | | | |compiuti alla | | | |Arhitektonsko- | | | |inženjerski odjel | | | |Tehničkog fakulteta, | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |- Diploma "inženjer | | | |arhitekture" | | | |rilasciato dalla | | | |Arhitektonski fakultet| | | |Sveučilišta u | | | |Zagrebu. | | +---------+----------------------+----------------------------------+ | |Tutti i diplomi devono| | | |essere corredati del | | | |certificato di | | | |iscrizione | | | |all'Ordine croato | | | |degli architetti | | | |(Hrvatska komora | | | |arhitckata), | | | |rilasciato | | | |dall'Ordine croato | | | |degli architetti di | | | |Zagabria». | | +---------+----------------------+---------------------------------